"Sono in ginocchio, rischiano la chiusura". È allarme per le imprese italiane

L'intervento di Carlo Sangalli al Forum di Impresa Cultura Italia: "Siamo preoccupati. Imprese in ginocchio e a rischio chiusura"

"Sono in ginocchio, rischiano la chiusura". È allarme per le imprese italiane

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha lanciato l'allarme. Le imprese sono sempre più in ginocchio a causa dell'aumento vertiginoso dei prezzi in bolletta, e molte di esse si trovano a rischio chiusura. "Siamo molto preoccupati per le prospettive economiche del nostro Paese. Da una parte un'inflazione che viaggia ormai verso il 10% e sta riducendo il potere di acquisto delle famiglie. Dall'altra, il caro energia inarrestabile che sta mettendo in ginocchio il sistema di imprese con una prospettiva di chiusura per moltissime attività" afferma il presidente di Confcommercio.

Soltanto pochi giorni fa l'Istat aveva parlato di ben 355mila aziende attive sul territorio italiano (307mila aziende dei servizi e circa 47.600 industrie) costrette a lavorare riducendo drasticamente i guadagni a causa del caro energia. Dati allarmanti, sui quali molte realtà hanno lanciato l'allarme, inclusa la stessa Confcommercio.

"Dopo il Covid una nuova pandemia, innescata dal caro bollette, dalla crisi geopolitica e dalla spirale inflattiva, mette a rischio la ritrovata normalità degli italiani nella fruizione di beni e servizi culturali e la voglia di spendere in cultura". Al Forum di Impresa Cultura Italia Sangalli ha spiegato che il rischio di recessione è sempre più concreto e che, in raccondo con l'Unione europea, il governo deve prendere provvedimenti ad hoc al più presto. "Occorre, dunque, un intervento tempestivo e urgente da parte del prossimo Governo per non vanificare la ripartenza del mondo della cultura e per sostenere con misure appropriate ed efficaci la ripresa, i consumi e gli investimenti nel settore a partire dalle agevolazioni fiscali per famiglie e imprese". Prioritaria del prossimo esecutivo sarà appunto "la questione energetica, a cominciare dal cosiddetto 'energy recovery fund', dalla fissazione di un tetto al prezzo del gas e dalla revisione dei meccanismi e delle regole di formazione del prezzo dell'elettricità". Questo, però, non sarà l'unico dossier da affrontare. Sul tavolo Giorgia Meloni troverò anche l'emergenza inflazione. Anche qui, come ha spiegato il numero uno di Confcommercio, serviranno interventi strutturali tesi a evitare la recessione.

Dopo anni, anche a causa del Covid, della situazione geopolitica e del caro energia, l'inflazione è purtroppo tornata ad essere un problema importante per la nostra Nazione. Tanti nodi sono venuti al pettine. Gli eventi di questi giorni possono portare a due atteggiamenti opposti, secondo Carlo Sangalli. Il primo è fingere che nulla stia accadendo, il secondo è aumentare la propria consapevolezza, diventando più informati e coscienti. "Serve anche uno spirito della cultura, che ci permetta di essere 'orientati alla cultura' mettendola al centro, al centro delle politiche, al centro della formazione dei bambini, al centro delle possibilità dei cittadini, al centro delle prospettive dei giovani. Al centro, per quanto ci riguarda, della nostra azione associativa e di una rappresentanza moderna che si vuole e si pensa degna del passato, capace di futuro" ha dichiarato il presidente di Confcommercio.

Importante, secondo Sangalli, uscire dalla logica dell'emergenza continua, che distoglie l'attenzione sulle tematiche davvero importanti. Bisogna pensare al futuro, nonostante le difficoltà.

L'idea è quella di"potenziare e valorizzare la cultura nella rappresentanza di Confcommercio-Imprese per l’Italia, nella convinzione che la cultura sia una componente fondamentale e autonoma, trasversale ma non accessoria, del terziario di mercato e dell’economia del Paese". Sangalli ha parlato di una alleanza fra categorie all'interno dei rispettivi territori, partendo dalle13 federazioni e associazioni che compongono il coordinamento.

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