Imu, tari, Iva, imposta di registro, di bollo, ipotecaria, catastale, sulle successioni e sulle donazioni. Potremmo andare avanti a scrivere per ore. La casa costa e tanto. Nonostante questo aspetto non secondario, l’Ue cerca di introdurre a tutta forza una stangata sul mattone. Una mazzata non da poco. E l’Italia è al centro della bufera. Il Recovery fund porterà al nostro Paese 209 miliardi di euro. Ma ci sono delle cose che a Bruxelles non convincono. Per ottenere questi soldi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il suo governo giallorosso, potrebbero essere costretti a sacrificare anche il patrimonio immobiliare degli italiani. Nel mirino, oltre a Quota 100, misura di pensione anticipata che non piace ai burocrati europei, c’è infatti anche la tassa sulla casa.
L’esenzione dell’Imu sull’abitazione principale (sulla prima casa) non è vista di buon occhio. Ed è qualcosa che potrebbe costare caro alle tasche degli italiani. Il richiamo arriva da lontano. Dalle raccomandazioni Ue pubblicate a seguito dell’ultima riunione dell’Ecofin dell’anno scorso. Questa sarà la strada che Conte dovrà percorrere con il piano di riforme. Finora il governo ha ignorato i richiami di Bruxelles. Ha fatto finta di non capire, ha fatto spallucce. Ed è riuscito a sottrarsi dall’impegno. Ma questa volta le cose potrebbero davvero cambiare, e in peggio.
Il sistema fiscale italiano non piace all’Europa. Poche tasse sui patrimoni e sui consumi e troppe sul lavoro. Quello che non va giù all’Ue, secondo quanto scritto da La Verità, è che non solo l’imposta sulla prima casa è stata abolita, ma che non è stato introdotto un meccanismo impositivo progressivo sul mattone in base al reddito familiare.
La patrimoniale è un tarlo che arrovella i cervelloni di Bruxelles. Nel mirino ci sono anche successioni e donazioni ora esenti da tasse fino a 1 milione di euro. Ma dall’Ue non si calcola che il nostro "nido" sia già pesantemente tassato da altri tributi. Sulla proprietà gravano la Tari, il tributo provinciale ambientale, il contributo ai consorzi di bonifica (dove è previsto), le tasse per i controlli di ascensori, impianti termici e passo carraio. L’immobile è soggetto a Irpef, addizionale regionale e comunale, Ires.
Comprare casa poi costa. Ed è diventato quasi un bene di lusso. Qualcosa che per le tasche degli italiani, soprattutto delle giovani generazioni, è alquanto proibitivo. Al momento dell’acquisto si pagano, infatti, l’imposta di registro, ipotecaria e catastale. Anche la casa in affitto è un universo a cui il fisco attinge abbondantemente. Il proprietario deve versare la nuova Imu (comprensiva della Tasi), l’Irpef, le addizionali regionali e comunali, l’imposta di bollo e di registro. In sostituzione di queste c’è la cedolare secca, ma con un tetto al canone.
Insomma,
il Belpaese paga già migliaia di euro l’anno per mantenere le proprie abitazioni. E una stangata su queste ultime non può che terrorizzare i soliti contribuenti tartassati e vessati da un’Europa matrigna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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