L'Unione Europea deve "agire" e "essere ambiziosa" per contrastare la bomba energetica che la crisi causata dalla guerra tra Russia e Ucraina può far deflagrare. Nella sua informativa al Senato il premier Mario Draghi parla chiaramente e indica nella crisi energetica una minaccia vera cui il nostro Paese può andare incontro per il proseguimento del conflitto.
"In caso di interruzioni nelle forniture di gas dalla Russia, l'Italia avrebbe più da perdere rispetto ad altri Paesi europei che fanno affidamento su fonti diverse. Questo non diminuisce la nostra determinazione a sostenere sanzioni che riteniamo giustificate e necessarie", ha fatto notare Draghi, sottolineando che "la guerra avrà conseguenze sul prezzo dell'energia, che dovremo affrontare con nuove misure a sostegno delle imprese e delle famiglie". In quest'ottica il presidente del Consiglio mette sotto pressione l'Unione Europea chiedendo che Bruxelles "agevoli" queste misure dichiarando, di fatto, il suo sostegno a un'ulteriore accelerazione allo snellimento delle regole di bilancio.
"Nel lungo periodo", dichiara Draghi questa crisi ci ricorda l'importanza di avere una visione davvero strategica e di lungo periodo nella discussione sulle nuove regole di bilancio in Europa". La strategia energetica appare come un volano per rafforzare un'attenta strutturazione di un'Europa più ambiziosa, capace di agire, di muoversi a tutto campo. Ieri su Inside Over sottolineavamo la necessità per l'Italia di decidere una strategia di breve periodo, legata alla gestione delle sanzioni, una di medio, con il gas come risorsa ponte per la transizione, e una di lungo periodo per la sicurezza energetica mobilitando investimenti strategici. Oggi Draghi dichiara che "questa crisi rafforza la necessità di scrivere regole compatibili con le ambizioni che abbiamo per l'Europa", rilanciando l'ambizione comune con Emmanuel Macron di "favorire con le nuove regole gli investimenti nelle aree di maggiore importanza per il futuro dell'Europa, come la sicurezza, o la difesa dell'ambiente".
In quest'ottica vanno gli impegni del governo sostanziati nella Risoluzione delle Camere sulle comunicazioni rese dal presidente del Consiglio e che mirano a sostenere in sede europea la ulteriore sospensione del Patto di stabilità e la istituzione di un fondo europeo compensativo per gli Stati maggiormente penalizzati dalle sanzioni. L'esecutivo e la maggioranza intendono provvedere a misure di sostegno alle imprese per i maggiori oneri derivanti dalla applicazione di sanzioni, nonchè la promozione di accesso a nuovi mercati verso cui indirizzare esportazioni e investimenti non allocabili sul mercato russo. In campo energetico, stando alle parole di Draghi al Senato, "Il Governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia". Va sottolineato che Mosca non ha azzerato l'export nei giorni dell'invasione, ma che si pone un grande problema politico in quest'ottica: "Le opzioni al vaglio, perfettamente compatibili con i nostri obiettivi climatici, riguardano prima di tutto l'incremento di importazioni di gas da altri fornitori, come l'Algeria o l'Azerbaijan; un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione; eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevedrebbero comunque l'apertura di nuovi impianti. Se necessario - ha aggiunto Draghi - sarà opportuno adottare una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e quello termoelettrico".
Dunque l'agenda energetica entra pienamente, ancor più intensamente di prima, all'ordine del giorno del governo. Per l'Italia sarà ora di scelte decisive. Le parole di Draghi, in quest'ottica, inaugurano un sentiero d'azione chiaro che vede compatte maggioranza e opposizione.
. È però importante muoverci nella direzione di un approccio comune per lo stoccaggio e l'approvvigionamento di gas.
Farlo permetterebbe di ottenere prezzi più bassi dai Paesi produttori e assicurarci vicendevolmente in caso di shock isolati.. È opportuno che l'Unione europea le agevoli, per evitare contraccolpi eccessivi sulla ripresa". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando al Senato- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.