Gli italiani non la scampano. Le tariffe locali continuano a correre. Meno elettricità e gas, più acqua potabile,rifiuti e trasporti extra-urbani: è questo il mix che, secondo un’analisi di Unioncamere, a cavallo tra 2012 e 2013, ha mantenuto su livelli sostenuti l’inflazione tariffaria e pesato su bilanci delle imprese e portafogli delle famiglie italiane. L’andamento tendenziale tra maggio 2012 e maggio 2013 si mantiene infatti al di sopra del 3%, soprattutto per le tariffe a controllo locale, cresciute in media del 4,9% nel periodo in esame, ben più di quelle a controllo nazionale (+3,5%).
La decelerazione delle tariffe rispetto al 2012 - quando il consuntivo dei prezzi amministrati evidenziava un aumento medio del 6,6% - è in buona misura da ricondurre alla brusca frenata delle tariffe energetiche, determinata dagli aggiornamenti trimestrali delle condizioni economiche di riferimento per i mercati regolati dell’energia elettrica e del gas naturale scattati il 1 gennaio ed il 1 aprile. Il quadro delle tariffe mostra andamenti molto differenziati: restano sotto tensione i servizi pubblici locali, sui quali pesano i tagli ai trasferimenti agli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni) disposti dall’amministrazione centrale. Gli incrementi delle tariffe locali tendono a concentrarsi sul settore dei trasporti: l’ultimo dato disponibile (maggio) stima un +5,3% tendenziale per il trasporto urbano e +9,3% per i collegamenti extra urbani. Seguono a ruota i corrispettivi dell’acqua potabile (cresciuti in media del 6,7% tra maggio 2012 e maggio 2013) e dei rifiuti urbani (+4,7% nello stesso periodo). Ma pesano anche taxi +5,2%, e i rifiuti +4,7% nel periodo. Nel quadro delle tariffe nazionali, aumenti particolarmente consistenti si sono registrati per le tariffe 538em;">telefoniche (+9.9%), i pedaggi autostradali (+4,1%), le tariffe postali (+10,1%) mentre sono in calo i trasporti ferroviari (-1,3%).
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