Autostrade, Atlantia prepara l'uscita

Nasce la newco per l'88% di Aspi. Gualtieri: "Negoziato complesso, ma fiducioso"

Autostrade, Atlantia prepara l'uscita

Passo decisivo per l'uscita dei Benetton da autostrade per l'Italia (Aspi). Ieri il cda di Atlantia ha deliberato la costituzione di Autostrade Concessioni e Costruzioni, la newco nella quale confluirà fino all'88% del capitale detenuto dalla holding in Aspi e che, successivamente, sarà quotata. Il gruppo guidato da Carlo Bertazzo tuttavia non ha escluso l'ipotesi alternativa alla scissione, rappresentata dalla vendita diretta dell'intera quota. L'operazione e il progetto di scissione saranno, infine, sottoposti all'approvazione di un successivo cda di Atlantia.

Le trattative per l'ingresso di Cassa depositi e prestiti (Cdp) sono proseguite anche ieri, ma restano da sciogliere ancora i nodi che stanno rallentando il negoziato. In primo luogo, non si può dare per scontato che sia accettata sic et simpliciter la valutazione di 11 miliardi di euro che i soci di Atlantia vorrebbero stabilire come soglia minima e che implicherebbero per Cdp un investimento di almeno 6 miliardi per ottenere la maggioranza della newco attraverso un aumento di capitale riservato. Non meno dirimente è la richiesta di manleva sui contenziosi pendenti promossa da Cdp in quanto subentrante e sulla quale Atlantia ha cercato di tenere duro sebbene ora l'argomento sia sul tavolo. Occorre sottolineare come proprio ieri il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, abbia dato un abbrivio all'intesa annunciando che mercoledì scorso il ministero «ha inviato la proposta di transazione ad Autostrade per l'Italia». Si tratta della procedura di composizione relativa all'ipotesi di revoca per grave inadempimento della concessione in seguito al crollo del Ponte Morandi. Il ministero ha contestato ad Aspi l'interruzione della continuità della rete. Una commissione di tre esperti valuterà gli argomenti delle controparti, ma di certo non ci sarà nessuna revoca automatica come preannunciato dal governo all'indomani del disastro di Genova.

Su queste basi si potrebbe dar corso all'ipotesi prevalente di accordo tra Atlantia e Cdp organizzata sulla scissione del 70% di Aspi nella newco con successivo ingresso di Cdp che coprirà in parte (4 miliardi) i debiti di Aspi trasferiti in Autostrade Concessioni e Costruzioni, mentre la holding venderà poi a investitori istituzionali o alla stessa Cdp il 18% di Aspi rimanente. Se il compendio fosse valutato 11 miliardi, per Atlantia la cessione di quel pacchetto comporterebbe un introito di circa 2 miliardi di euro.

Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ieri in audizione presso la commissione di Vigilanza su Cdp si è detto «moderatamente fiducioso che si arrivi a una soluzione positiva» e ha sottolineato che il negoziato tra Cdp e Atlantia «è complesso e delicato anche alla luce della circostanza che Atlantia ha proposto strutture dell'operazione alternative». Il ministro ha aggiunto comunque che «la procedura di contestazione per grave inadempimento di Autostrade per l'Italia è in corso» ed è «finalizzata alla risoluzione della convenzione unica, avviata a seguito del crollo del cosiddetto Ponte Morandi». La procedura di contestazione prevede anche la revoca della concessione.

Insomma, se De Micheli ha recitato la parte del poliziotto buono, Gualtieri ha lasciato intendere che lo Stato ha molte armi a disposizione per convincere la controparte a più miti consigli.

Ieri a Piazza Affari Atlantia ha ceduto il 6,13% a 14,69 euro per effetto delle prese di beneficio sui precedenti rialzi.

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