
Esiste un Paese nel Caucaso che è un'anomalia. Un Paese a maggioranza islamica che dialoga con tutti, Israele compreso. E che, negli ultimi anni, quelli più complessi seguiti alla guerra in Ucraina, si è rivelato un partner eccezionale non solo per l'Italia ma anche per l'Unione europea. Questo Paese è l'Azerbaigian.
«Per noi la tolleranza è fondamentale. È vero, siamo a maggioranza musulmana ma siamo una nazione laica», spiega l'ambasciatore Rashad Aslanov, intervistato da Andrea Ruggieri in occasione dell'evento organizzato da il Giornale. «Oggi stiamo rifornendo l'Europa di energia, che è fondamentale per la sicurezza nazionale. L'Azerbaigian oggi contribuisce alla sicurezza energetica dell'Italia e di altri Paesi europei. Abbiamo un punto di vista globale e i nostri progetti energetici sono indirizzati all'Europa». Gas, soprattutto, ma anche elettricità, come spiega l'ambasciatore: «Oggi c'è una grande tendenza verso le rinnovabili e Baku è protagonista, non solo per ciò che ha fatto, come ad esempio il Tap, ma anche con ciò che farà. Ci sono progetti ai quali stiamo lavorando e ai quali collaborano numerose aziende italiane. Abbiamo costruito il più grande impianto fotovoltaico nel Caucaso e stiamo andando avanti con altri impianti. Ma non solo. Abbiamo firmato un accordo per portare un elettrodotto che porterà elettricità dal Mar Caspio verso l'Ungheria e da lì ad altri Paesi europei. A questo progetto parteciperà anche un'impresa italiana».
Perché i legami tra i nostri due Paesi sono sempre più stretti, soprattutto per quanto riguarda l'industria energetica.
Questo anche grazie alla capacità di aprirsi dell'Azerbaigian: «Siamo molto dinamici e veloci. Stiamo collaborando con Paesi dell'Asia centrale, come Uzbekistan e Kazakistan, con progetti che arriveranno anche in Europa. La priorità della nostra agenda è lo sviluppo e la nostra idea è quella di diversificare l'economia e le forniture di energia». Anche perché, prosegue l'ambasciatore, «c'è sempre bisogno di energia e stiamo lavorando con i nostri partner. Abbiamo già aumentato le nostre forniture. Quando l'economia cresce, insieme all'esportazione, i Paesi hanno bisogno di più energia. Il fabbisogno c'è sempre». Ma qualcosa bisogna ancora fare.
«Abbiamo riserve e infrastrutture, necessitiamo però di finanziamenti per avere più forniture verso l'Europa». Infine, l'ambasciatore si sofferma sull'importanza dei rapporti tra i due Paesi: «L'Italia per noi è strategica e la nostra collaborazione tocca ormai ogni settore».
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