Banca Ifis lancia la corsa ai portafogli "puliti"

L'istituto: "Strategia verde di lungo periodo". La Net-Zero Banking Alliance

Banca Ifis lancia la corsa ai portafogli "puliti"

Tra le banche italiane, quella che finora ha dato il messaggio più chiaro rispetto alle scelte Esg è probabilmente Banca Ifis. Non a caso, la prima ad aderire alla Net-Zero Banking Alliance. Fondata da Sebastien Egon Fürstenberg (controllata dalla famiglia con il 50,5%) e specializzata nel factoring e nella gestione degli crediti in sofferenza, è tra i soli 4 istituti italiani per ora aderenti alla Nzba, progetto lanciato a aprile con l'egida delle Nazioni Unite. Insieme a Banca Ifis, a dire di sì sono state anche Intesa, Unicredit e Mediobanca. A livello mondiale le banche aderenti sono 95, provengono da 39 Paesi e vantano complessivamente 66 trilioni di dollari di attivi (43% degli asset globali del settore).

L'alleanza si propone di ridurre a zero le emissioni nette dei portafogli dei singoli istituti entro il 2050, con obiettivi a medio termine fissati per il 2030. I membri dell'alleanza si impegnano a fornire un calendario programmatico sui propri portafogli entro 18 mesi dell'adesione, a dare un riscontro annuo sul livello delle emissioni e sullo stato di avanzamento dei lavori. Lavorando insieme a governi e aziende, la Nzba si propone di concretizzare gli obiettivi previsti dagli accordi di Parigi, accelerando la transizione anche tramite la condivisione di dati, standard e pratiche. L'alleanza cambia il paradigma e il perimetro di azione rispetto alle iniziative Esg sviluppate delle singole realtà con l'allocazione «responsabile» del capitale e il disinvestimento dalle aziende indisponibili al cambiamento.

Per Banca Ifis la decisione di aderire alla Nzba, sottolinea il vicepresidente Ernesto Fürstenberg Fassio, «si inserisce nella strategia Esg di lungo periodo del gruppo e rappresenta una ulteriore conferma del nostro impegno concreto nel costruire un'economia più sostenibile e inclusiva». Maggiori indicazioni strategiche relativamente a questa iniziativa saranno date nel corso del piano industriale, atteso a febbraio.

«La decisione di aderire fra i primi conferma il ruolo della Banca di acceleratore della transizione sostenibile delle piccole medie imprese che costituiscono il tessuto economico e produttivo del nostro Paese» conferma l'ad Frederik Geertman. Il Gruppo ha già da tempo avviato un'opera di sensibilizzazione delle pmi in questa direzione, sia con studi dedicati al tema (come l'osservatorio Market Watch Pmi), sia con la digitalizzazione dei servizi e prodotti attraverso il programma Ifis4Business, sia con programmi per favorire pratiche e comportamenti sostenibili come Ifis Green. Non solo.

Particolare attenzione, come ribadito da Geertman, è stata dedicata anche alla sostenibilità social nell'ambito della gestione dei crediti in sofferenza (la banca ha un portafoglio nominale di proprietà pari a 21,8 miliardi a cui si aggiungono 3,4 miliardi in gestione per conto terzi), attraverso l'attuazione di piani di recupero pazienti, personalizzati e rispettosi che permettano la re inclusione finanziaria dei debitori.

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