Banche, quasi nove famiglie su dieci non si fidano più

Le critiche dei cittadini al settore creditizio

Banche, quasi nove famiglie su dieci non si fidano più

Sembra esserci solo una cosa capace, oggi, di unire da Trieste a Palermo un Paese che come l’Italia ama dividersi su tutto: la diffidenza nei confronti delle banche.

Il dato emerge nell’ambito delle inchieste statistiche dell’Eurispes sul fenomeno dell’usura. Il responso degli italiani è draconiano, di quelli che non sembrano voler ammettere repliche: “L’86,1% degli intervistati - si legge nel rapporto - ritiene che il sistema bancario italiano non sia in alcun modo o poco in grado di farsi carico dei problemi e delle necessità delle famiglie (rispettivamente il 46,6% e il 39,5%); l’8,8% che sia abbastanza in grado e solo lo 0,7% molto in grado, mentre il residuo 4,4% non esprime un proprio giudizio a riguardo”.

A disgregare il dato nazionale, non cambia lo scenario. La sfiducia è praticamente “uguale” in ognuna delle macroaree geografiche dell’Italia, dal Nord Ovest fino alle isole. Ed è proprio in Sicilia e Sardegna che la fiducia delle famiglie nei confronti delle banche tocca il picco che, comunque, è dato abbastanza trascurabile: l’1,5% di sardi e siciliani ritiene “molto” alta la capacità delle banche di farsi carico dei problemi delle famiglie. Al Centro, invece, la stessa voce riporta un desolante 0% mentre più della metà dei cittadini (il 51,7%) risponde che gli istituti di credito non hanno “per niente” l’attitudine ad aiutare le famiglie.

Emergono, poi, le altre critiche che i cittadini rimproverano al settore creditizio. In primo luogo quella di concedere prestiti solo a chi dimostri già di possedere beni (ne è convinto addirittura l’88,8% degli italiani), di essere eccessivamente esose (lo pensa l’84,1% dei cittadini) e di foraggiare “i potenti” anche senza garanzie (secondo il 71,5% degli intervistati).

Da ciò derivano i dubbi che gli italiani iniziano a nutrire nei confronti di quella che dovrebbe essere la funzione “istituzionale” delle banche dato che il 43% degli italiani comincia a mettere in dubbio la capacità propulsiva e di sviluppo economico che, come ragione sociale, dovrebbe essere insita nel Dna del settore creditizio.

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