Finita la fase del cantiere di costituzione, il gruppo Bcc Iccrea (Istituto Centrale di Credito Cooperativo) punta, nei prossimi tre anni, a cambiare il proprio Dna ma non quello dei suoi clienti, famiglie e pmi, per offrire loro tutta la gamma di servizi e prodotti bancari ad alto valore che spesso ora cercano presso la concorrenza.
Il nuovo piano industriale presentato a Roma dai vertici del gruppo, il quarto per attivi in Italia, prevede pur in tempi incerti e difficili come gli attuali una crescita della profittabilità con un utile a fine piano, nel 2024, di 688 milioni di euro. A spingere i ricavi l'aumento dei tassi di interesse per l'attività bancaria tradizionale, il miglioramento della qualità dei crediti, e una spinta appunto dal risparmio gestito, l'assicurazione e i prestiti personali.
Componenti, queste, che sarà compito dei dipendenti proporre alla clientela. «Vogliamo dimostrare che anche una piccola Bcc, con un grande gruppo dietro come il nostro, è in grado di offrire soluzioni avanzate» ha spiegato il dg Mauro Pastore. Il gruppo andrà avanti così sui due punti «deboli» che ne hanno ingessato i risultati nel passato: la centralizzazione di servizi (anche quelli informatici) e la riduzione dei crediti deteriorati o dubbi. «L'obiettivo è quello di far uscire completamente il gruppo da una situazione di eccesso di rischio di credito rispetto agli altri gruppi». Si andrà avanti con il programma di cessioni anche assistite da garanzie pubbliche Gacs «che, secondo il vice direttore generale Pietro Galbiati dovrebbero ammontare a 2,5 miliardi di euro.
Nell'arco del piano è prevista la riduzione degli Npl netti a 2 miliardi di euro (-18% sul 2021), degli Npl lordi a 4,4 miliardi (-32% sul 2021), dell'Npl ratio netto al 2,1% e lordo al 4,5%. E poi c'è il tema titoli di stato.
Malgrado le recenti tensioni si aspettano impatti »molto limitati« sul bilancio. Il portafoglio titoli è per il 90% iscritto in bilancio a «costo ammortizzato» (contro una media del sistema sopra il 70% ndr) e inoltre, come da previsioni, sarà ridotto dai 69 miliardi di euro di fine 2021 a poco meno di 51 miliardi del 2024.
Per la normativa delle Bcc comunque c'è uno zoccolo duro di 30 miliardi non eliminabile.
Come spiega il vice direttore generale Francesco Romito alla presentazione del
piano industriale si tratta di cessioni «già previste prima delle attuali tensioni» e che saranno coordinate con le scadenze del «tltro» della Bce (giugno 2023 e settembre 2024) non destando quindi particolari preoccupazioni.
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