Benetton, l'ora dei sacrifici. Proposta solidarietà al 20%

Il taglio degli stipendi dovrebbe durare per sei mesi. I sindacati chiedono indicazioni sul nuovo piano

Benetton, l'ora dei sacrifici. Proposta solidarietà al 20%
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Benetton corre ai ripari chiedendo dei sacrifici ai lavoratori come già fatto due anni fa. Ma questa volta in maniera più soft. Il neo amministratore delegato, Claudio Sforza, ha illustrato il 2 luglio ai sindacati un piano comprendente dei contratti di solidarietà per sei mesi prorogabili. Fonti sindacali hanno riferito che la storica azienda tessile di Ponzano Veneto avrebbe proposto contratti di solidarietà al 40% con il coinvolgimento di 375 dipendenti. Fonti dell'azienda contattate da il Giornale puntualizzano che il reale scenario sarà di 200 dipendenti a rotazione, pari a un 20% di tempistica di riduzione di orario lavorativo e cioè un giorno a settimana. Meno di quanto fatto nel 2022 quando la solidarietà avevano riguardato 756 lavoratori.

Il piano del nuovo top manager, che vanta un passato in Ilva, Wind e Poste, contempla anche un ragionamento su un accordo per l'ampliamento della platea di lavoratori che possono accedere a uscite incentivate, comprendendo anche coloro i quali distano più di 24 mesi dalla data del pensionamento. La controproposta dei sindacati è stata l'integrazione della retribuzione al 100% per le eventuali giornate di solidarietà e la disponibilità a a prorogare di due mesi l'accordo di uscite incentivate scaduto a marzo 2024.

Nel prossimo incontro tra azienda e sindacati, fissato per il 15 luglio, i rappresentanti sindacali auspicano che l'azienda fornisca delle indicazioni circa il piano industriale di rilancio, in modo da aprire un confronto costruttivo su tutte le criticità da affrontare in questo momento estremamente delicato per Benetton.

Nei primissimi giorni successivi al suo insediamento, Sforza aveva già incontrato le varie sigle sindacali esplicitando l'intenzione di avere la massima attenzione verso i lavoratori, escludendo licenziamenti. «Nonostante le difficoltà attuali, non ci saranno licenziamenti. Dovendo correlare le risorse umane all'attuale volume d'affari dell'azienda, si utilizzeranno gli ammortizzatori sociali consueti», aveva scritto Sforza su Linkedin dopo il primo incontro con i rappresentanti sindacali.

Benetton ha chiuso il bilancio 2023 con una perdita choc di 230 milioni di euro a fronte di un fatturato poco sotto quota 1,1 miliardi. Un piccolo terremoto preceduto dal j'accuse di Luciano Benetton (in foto) verso il vecchio management, e in particolare l'ex ad Massimo Renon, reo di aver contribuito al buco di bilancio e di avergli nascosto questo profondo rosso nei conti. Una situazione delicatissima che coincide con la decisione di Luciano Benetton di lasciare la presidenza. La famiglia non intende però disimpegnarsi e attraverso Edizione Holding ha stanziato fondi per 260 milioni nell'arco di quattro anni per coprire il passivo e appianare il debito.

Ulteriore nuova liquidità potrebbe arrivare attraverso un futuro aumento di capitale o con altre modalità.

Intanto l'azienda tessile trevigiana ha comunicato la chiusura totale degli uffici delle sedi di Ponzano Veneto (Treviso) e Villorba (Treviso) tutti i venerdì dal 12 luglio al 3 agosto.

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