Dal governo è in arrivo un giro di vite sul mondo delle criptoattività. I cani da guardia di questo mondo volatile e speculativo - e spesso non privo di opacità - in Italia saranno Bankitalia e Consob che, secondo le rispettive competenze, avranno il compito di vigilare su Bitcoin e compagni. Negli ultimi giorni, infatti, sta circolando una bozza di un decreto legislativo che adeguerebbe la normativa del nostro Paese al Regolamento europeo sulle criptoattività, detto MiCAR. Si era vociferato di una possibile approvazione già nel consiglio dei ministri di ieri, ma il provvedimento dovrebbe comunque vedere luce vedere in uno dei prossimi.
Ma quali sono le norme messe a punto? Il testo prevede multe tra i 5mila e i 5 milioni di euro per insider trading, divulgazione illecita di informazioni privilegiate o manipolazione del mercato. Un aspetto, quest'ultimo, che rappresenta una stretta significativa se si pensa a quanto volatile e sensibile a qualsiasi tipo di notizia sia il mercato dei cripto-asset. La normativa riguarderà la cerchia degli exchange italiani che attualmente sono iscritti al registro dell'Organismo per gli Agenti e i Mediatori, passaggio oggi richiesto per lavorare con le criptovalute in Italia. Le società dovranno ora sottostare a un differente regime autorizzativo, che troverà applicazione dal 30 dicembre 2024 con la piena entrata in vigore del dl MiCAR. Secondo la bozza italiana, le società che, prima del 27 dicembre di quest'anno, hanno prestato servizi in cripto attività in conformità con la legge attuale possono continuare a farlo fino al 30 giugno 2025 o fino al rilascio o al rifiuto di un'autorizzazione.
Il prerequisito richiesto per l'iscrizione delle società è che abbiano sede legale o amministrativa o, in ogni caso, organizzazione stabile in Italia. I poteri autorizzativi saranno attribuiti alla Consob, che potrà rilasciare o revocare il via libera agli operatori in accordo con Bankitalia con la quale, evidentemente, ci sarà una fitta collaborazione. Fermo restando che se la realtà a fare richiesta di autorizzazione è un Istituto di moneta elettronica o un Istituto di pagamento con determinate caratteristiche il soggetto competente sarà la Banca d'Italia. Le domande dovranno indicare - tra le numerose info - la forma giuridica dell'operatore, servizi e modalità di commercializzazione delle cripto-attività, la prova di disporre di tutele prudenziali minime, controlli e dispositivi di sicurezza. Nella bozza, che prevede 48 articoli, si legge che «Consob è competente per quanto riguarda la tutela degli investitori e l'ordinato funzionamento e l'integrità dei mercati delle cripto-attività e la Banca d'Italia è competente per quanto riguarda la stabilità dell'insieme o di una parte del sistema finanziario».
Interessante anche il passaggio del provvedimento che sembra fare riferimento alle attività illecite e di riciclaggio di denaro: «Se vi è fondato sospetto che un soggetto offra al pubblico o chieda l'ammissione alla negoziazione di un token (quindi una nuova cripto, ndr) collegato ad attività in violazione» della normativa, «la Banca d'Italia o la Consob possono denunziare i fatti al pubblico ministero ai fini
dell'adozione dei provvedimenti previsti dall'articolo 2409 del codice civile ovvero possono richiedere al tribunale l'adozione dei medesimi provvedimenti. Le spese per l'ispezione sono naturalmente a carico della società».
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