Per Borsa Italiana si scalda Decio

Cdp pensa al banchiere (non amato dai Cinque Stelle)

Per Borsa Italiana si scalda Decio

La Cassa Depositi e Prestiti pensa ad Alessandro Decio come nuovo amministratore delegato di Borsa Italiana in sostituzione di Raffaele Jerusalmi. L'indiscrezione, riportata ieri da La Stampa, ha trovato conferme ufficiose di fonti finanziarie e politiche.

La scelta è importante perché si tratta della prima mossa del nuovo numero uno di Cassa, Dario Scannapieco. Nel nuovo assetto azionario di Borsa Italiana, infatti, con il passaggio sotto il controllo dei francesi di Euronext per 4,4 miliardi di euro, sono entrati anche Cdp Equity e Intesa Sanpaolo, ottenendo nei meccanismi di governance del gruppo di poter indicare l'amministratore delegato (il presidente toccherà ai francesi). La logica è quella di presidiare un asset strategico per gli interessi nazionali, con un manager in grado di tener testa ai francesi, primi azionisti.

In questa chiave vigila costantemente anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica presieduto da Adolfo Urso, che da ieri ha alzato le antenne per capire se le deleghe del futuro ad di Borsa saranno sufficienti a garantire l'indipendenza richiesta da una struttura strategica negli assetti e nello sviluppo delle imprese italiane. In altri termini sarà importante capire quali saranno le deleghe del nuovo ad, se sarà lui a rappresentare il gruppo nelle partecipate. «Al di là dei nomi ha detto Davide Zanichelli alla Stampa, componente M5s della commissione Finanze della Camera - è fondamentale che ai vertici della Borsa salga una persona che metta al primo posto gli interessi italiani. Serve un amministratore delegato e non un country manager mandato da Euronext».

Per quanto riguarda il candidato (passato dalle selezioni del cacciatore di teste Egon Zehnder), Decio è un ex manager di Unicredit, attualmente oggi amministratore delegato del Banco Desio. Ma è stato anche numero uno di Sace, posto da cui è stato cacciato nella breve era dei governi Conte, quando il Movimento 5 Stelle aveva mandato Fabrizio Palermo alla guida della Cdp.

Per questo il suo ritorno nel giro delle nomine di matrice pubblica, in un ruolo ancora più di peso, potrebbe generare qualche mal di pancia governativo. In pratica l'asse Drghi-Franco-Scannapieco ha deciso di recuperare un top manager che i Cinque Stelle avevano messo da parte.

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