British Telecom taglierà un dipendente su due

L'annuncio dopo utili in calo del 12%. Oggetto dei licenziamenti fino a 55mila lavoratori

British Telecom taglierà un dipendente su due
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Il gruppo telefonico britannico BT (British Telecom) ha annunciato ieri tagli del personale fino a 55mila posti entro il 2030. La società punta a un forte contenimento dei costi tramite una riduzione della forza lavoro, come ha dichiarato l'ad Philip Jansen. «La nuova BT Group sarà un'azienda più snella con un futuro migliore», ha dichiarato sottolineando che «negli ultimi quattro anni il gruppo si è attenuto strettamente alla strategia e funziona». Da tempo il colosso britannico è impegnato in una vasta riorganizzazione, accelerata dalla difficile congiuntura economica nel Regno Unito. I licenziamenti previsti rappresentano il 42% della forza lavoro di BT che conta su 130mila dipendenti, assunti in modo diretto o tramite intermediari. Il gruppo vuole ridurli portandoli a un numero compreso tra 75.000 e 90.000. Fino a un quinto di questi tagli riguarderà i servizi ai clienti e il personale in esubero verrà così sostituito dall'utilizzo di nuove tecnologie tra cui l'intelligenza artificiale.

L'annuncio di BT è stato effettuato dopo la pubblicazione dei risultati annuali, con un calo del 12% dei profitti a 1,7 miliardi di sterline e una conseguente flessione del titolo nella Borsa di Londra, e arriva a due giorni da quello di un altro gigante britannico della telefonia. Vodafone infatti ha reso noti i propri piani per tagliare 11mila posti, un decimo del personale, in tre anni. Gli ingenti tagli programmati dalle due società si inseriscono in un quadro economico difficile per il Regno fra l'inflazione ancora superiore al 10%, la più alta tra i Paesi del G7, e un tasso di disoccupazione ancora su livelli bassi al 3,9% ma salito negli ultimi mesi.

Del resto l'obiettivo di Jansen è quello di tagliare le spese per 3 miliardi di sterline entro il 2025. Per farlo ha anche puntato sulla fusione delle sue divisioni Global e Enterprise in BT Business, e si augura di vedere un miglioramento dei risultati, sebbene restino le pressioni rappresentate dal caro vita. All'annuncio dei vertici del gruppo è seguita la risposta dei sindacati.

Il Communications Workers Union (CWU), che rappresenta la maggioranza dei lavoratori di BT, non è sorpreso dal piano di esuberi visto quanto accaduto negli anni precedenti a fronte dei mutamenti tecnologici ma ha avanzato la richiesta di privilegiare quanti dipendono direttamente dal gruppo rispetto alle imprese intermediarie. Mentre Prospect, il sindacato di riferimento per le migliaia di manager di BT, ha espresso «grande preoccupazione» per l'entità dei tagli previsti nei prossimi sette anni.

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