Calzature, missione export in Russia per 130 brand italiani

Collezioni made in Italy dal dal 19 al 22 marzo a Obuv’ Mir Koži, la mostra internazionale che si tiene all’Expocentr di Mosca. Nel 2017 esportati oltre 6,3milioni di paia di scarpe per un valore di 380milioni di euro ma nel 2018 c'è stato un calo dell'11,5%. Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici: "Pesano l’incertezza nel dialogo politico con l’Ue e la stagnazione dei consumi interni"

Calzature, missione export in Russia per 130 brand italiani

Missione: export. Mercati: Russia, Bielorussia, Kazakistan, Ucraina. Assocalzaturifici porta 130 brand italiani a Obuv’ Mir Koži, la mostra internazionale della calzatura e degli articoli di pelletteria in programma dal 19 al 22 marzo all’Expocentr di Mosca. Quattro giorni dedicati al business e alla promozione del made in Italy con le collezioni di scarpe autunno e inverno 2019 - 2020 per questa “vetrina” internazionale che, dopo Micam Milano, è la più prestigiosa perché visitatori professionali e buyer hanno modo di apprezzare e valutare qualità, artigianalità, design del prodotto, fattori che da sempre contraddistinguono il “saper fare” made in Italy.

In Russia nel 2017 sono stati esportati oltre 6,3milioni di paia di calzature italiane, per un valore di 380milioni di euro. Nei primi undici mesi del 2018 l’Italia ha esportato 5,2milioni di paia, per un valore di 316 milioni di euro (in calo dell’11,5% rispetto all’analogo periodo del 2017). Malgrado il trend non favorevole, la Russia si è confermata il sesto mercato di riferimento in termini di valore e l’ottavo in volume nel ranking mondiale dei Paesi di destinazione.

“Presidiare questo mercato resta fondamentale per le nostre aziende - spiega Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici - e la nostra associazione continua a dare supporto operativo alle imprese che vogliono consolidare il proprio business in un’area cruciale per l’export. Nonostante l’attenzione al fattore prezzo sia diventata ancora più rilevante, il consumatore russo continua ad essere desideroso di un prodotto di qualità, massima espressione del bello e ben fatto italiano. Inoltre la forte ascesa dei canali di vendita online rilevata negli ultimi tempi offre alle nostre imprese un’ulteriore chance per entrare più facilmente in questo mercato”.

Sull’andamento meno favorevole del mercato continua a pesare l’incertezza nel dialogo politico con l’Unione Europea e la stagnazione dei consumi interni dovuta alle continue tensioni. Situazione che preoccupa le aziende. “In un clima esasperato dal mantenimento delle misure sanzionatorie sull’accesso delle banche russe ai capitali finanziari, è inevitabile che le nostre esportazioni vengano penalizzate in modo significativo - aggiunge Pilotti -. Inoltre ci preoccupa la tendenza del Governo a voler rafforzare le barriere non tariffarie che, assieme alle nuove misure sulla tracciabilità tutt’altro che chiare, rischia di creare un serio ostacolo a chi si vuol affacciare su questo mercato”.

“Assocalzaturifici continua ad investire in questa area, sostenendo gli sforzi che le imprese italiane fanno ogni giorno per mantenersi sempre più competitive - sottolinea Arturo Venanzi, consigliere con delega per la Russia e i Paesi della Csi di Assocalzaturifici -. Il nostro obiettivo resta individuare buyer di alto profilo e contatti di qualità per rendere Obuv’ sempre di più una piattaforma di business che faccia incontrare domanda e offerta. Si colloca in tal senso la rinnovata partnership con Ice Agenzia che anche quest’anno ha deciso di supportare la manifestazione con investimenti mirati, utili al consolidamento del business delle nostre aziende in un’area fondamentale per le esportazioni”.

“La posizione italiana è salda per le calzature alto di gamma, con i nostri competitors molto distanziati - spiega Pier Paolo Celeste, direttore Ice Agenzia di Mosca -.

Nonostante i consumi siano stazionari, metteremo in campo ogni iniziativa utile a sostenere i buyers russi perché offrano sempre più novità ai loro clienti. È per questo che la scelta dei delegati implica una severa selezione privilegiando chi opera nelle città dove si registrano consumi in crescita”.

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