La Casa Bianca apre il fuoco su Stellantis

«Rispetti gli impegni presi in Usa». Moody's taglia l'outlook. Nel trimestre consegne -20%

La Casa Bianca apre il fuoco su Stellantis
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Prima l'audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera, quindi le dichiarazioni al Salone dell'auto di Parigi: il risultato non è cambiato. L'ad di Stellantis, Carlos Tavares, oltra a non dare certezze sul futuro (non solo in Italia), ora non esclude la possibile chiusura di alcuni siti dinanzi all'avanzare della concorrenza cinese. Timori forti in Europa e altrettanto negli Usa dove a sollecitare chiarezza, schierandosi al fianco del sindacato Uaw, è anche la Casa Bianca. «Vogliamo che Stellantis rispetti gli impegni», afferma la portavoce, a proposito delle intenzioni di spostare parte della produzione in Messico. In pratica, una strategia simile a quella europea dove Tavares guarda sempre più ai Paesi low cost del Nord Africa. Ma a dare ancora più forza a Casa Bianca e Uaw sono anche i dati delle consegne di Stellantis nel terzo trimestre, viste in calo negli Usa del 36%, cioè 170mila unità in meno, delle quali oltre 100mila unità riguardano i già annunciati tagli alla produzione con l'intento di ridurre le pesanti giacenze presso la rete.

Complessivamente, le consegne consolidate del trascorso trimestre (il 31 ottobre i dati finanziari) sono stimate in «rosso» del 20% (1,148 milioni di veicoli) sul 2023. Un calo maggiore rispetto a quello delle vendite ai clienti finali nel periodo, che si sono ridotte di circa il 15%, «scontando l'impatto temporaneo della transizione del portafoglio prodotti e delle iniziative di riduzione delle scorte presso la rete». «Dai progressi di entrambi - l'auspicio del gruppo - ci si attende un posizionamento più forte per il futuro».

Guardando all'Europa allargata, le consegne sono scese di circa 100mila unità (-17% a 496mila). «Ma le prospettive per il lancio dei nuovi modelli in Europa sono robuste», precisa Stellantis. Per Maserati, però, la terapia di rilancio resta al palo: nel trimestre -60% le consegne consolidate (solo 2.100 unità).

In Italia, intanto, continuano a esserci più stop che go nella produzione. Il presidente John Elkann, da parte sua, cerca di rassicurare sulle intenzione del gruppo: «Affrontiamo i problemi lavorando seriamente, con le polemiche non si risolvono i problemi, abbiamo voglia di competere con i migliori». Allo stesso tempo, però, sono state comunicate ai sindacati le prossime giornate di sospensione delle attività in alcuni siti (la linea Panda a Pomigliano, i motori «Fire» per Termoli, Pratola Serra), «tutte misure necessarie - riporta una nota - per adeguare la produzione alle attuali condizioni di mercato e per garantire una gestione efficiente delle risorse».

E mentre domani, a Roma, si terrà la manifestazione di protesta unitaria organizzata dai sindacati, il governo si è impegnato a chiudere entro l'anno il «Tavolo Stellantis» attraverso una seduta conclusiva a Palazzo Chigi, in cui l'azienda è chiamata a impegnarsi in maniera formale a un piano focalizzato sulla produzione e l'occupazione nel Paese, perseguendo gli obiettivi di sostenibilità

ambientale e sociale concordati. Il ministro Adolfo Urso: «È ora di cambiare subito: Stellantis investa in italia e l'Europa preservi l'industria». Da Moody's, infine, outlook di Stellantis abbassato da stabile a negativo.

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