In serata è serata è approdata sul tavolo del Consiglio dei ministri una nuova richiesta di scostamento di bilancio da recapitare al Parlamento, la terza da quando è iniziata la pandemia di coronavirus, dopo i 20 miliardi del dl Cura Italia e i 55 miliardi del decreto Rilancio.
Il terzo scostamento di bilancio
La domanda di deficit aggiuntivo numero tre, dal valore di circa 25 miliardi, servirà per finanziare la manovrina estiva, che non arriverà prima di agosto, e rimodulare ulteriormente i versamenti fiscali di settembre. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha spiegato che l’esecutivo punta a ridurre "significativamente l'onere per i contribuenti per il 2020".
Dall'estensione della cassa integrazione Covid, ma selettiva, al meccanismo di incentivi per le imprese accompagnato dalla decontribuzione. E ancora: una sforbiciata delle tasse sospese fino a settembre per le imprese colpite dalla pandemia e nuove risorse per comuni e regioni. Sono questi i pilastri della manovra estiva sulla quale ha scelto di puntare il governo.
Ma non è finita qui, perché lo scostamento dovrebbe servire anche per altri tre obiettivi: ridare ossigeno ai Comuni, finanziare la proroga dello stop ai licenziamenti, in scadenza il prossimo 17 agosto, e affilare le misure in vista della ripresa del nuovo anno scolastico.
La richiesta, come ha confermato lo stesso premier Giuseppe Conte, è approdata in Cdm per poi finire in Parlamento. L’esecutivo spera nel semaforo verde proprio del Parlamento entro luglio, mentre il voto delle Camere è atteso il prossimo 29 luglio. Il governo vuole incassare anche il via libera parlamentare per il Piano nazionale di riforma varato dal Cdm, il quale può così essere trasmesso a Bruxelles.
La mossa del governo
Quella di stasera, come detto, è la terza richiesta per varare provvedimenti che diano sostegno all’economia italiana, in ginocchio a causa della pandemia di Covid. Il primo scostamento (20 miliardi) è stato approvato per coprire le misure del dl Cura Italia. Per mettere in piedi il dl Rilancio, invece, di miliardi ce ne sono voluti 55 con lo sforamento del deficit al 10,4% del Pil.
Il Cdm ha preso il via intorno alle 23. La riunione è stata preceduta da un lungo vertice dei capidelegazione e responsabili economici di maggioranza con il premier Conte sull'entità dello scostamento di bilancio da attuare. L'ipotesi sulla quale, secondo fonti di maggioranza, si stava ragionando era quella di far salire lo scostamento dai 20 miliardi ipotizzati in principio fino a circa 23-25 (come in effetti è avvenuto).
Nell'incontro che ha preceduto il Cdm si sarebbe anche parlato del Recovery fund. Nel pomeriggio era anche circolata l'ipotesi che la riunione sarebbe stata l'occasione per fare il punto sul prolungamento dello Stato di emergenza per il Covid.
Che cosa succederà
In ogni caso, per spiegare che cos’è lo scostamento di bilancio, è importante sottolineare che ogni Paese membro dell'Ue è chiamato a mantenere un proprio obiettivo a medio termine per la finanza pubblica (Omt) , definito, tra le altre cose, sulla base del potenziale di crescita dell'economia, del livello del debito e delle passività implicite.
Con il Patto di stabilità ciascuno Stato deve mantenere il proprio obiettivo a medio termine per la finanza pubblica o avviare un percorso di avvicinamento verso l'Omt. Le norme eruropee ammettono l'ipotesi di scostamenti temporanei del saldo strutturale soltanto a fronte di eventi eccezionali, come lo è stata la diffusione del coronavirus
Per ottenere il semaforo verde è necessario attivare un iter specifico che sostanzialmente è la consultazione della Commissione e l'approvazione parlamentare. Poi, nel caso in cui si verifichino altri eventi eccezionali, un Paese membro può richiedere nuovamente uno scostamento di bilancio seguendo la stessa procedura.
Scendendo nel dettaglio, il Governo ha chiesto l'autorizzazione al Parlamento per un ulteriore ricorso all'indebitamento comprensivo dei maggiori interessi passivi per il finanziamento del debito pubblico, di 25 miliardi di euro per l'anno 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1,0 miliardi nel 2022, 6,2 miliardi di euro nel 2023, 5,0 miliardi di euro nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi a decorrere dal 2026.
Il
nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è fissato all'11,9 per cento del PIL nel 2020. Il nuovo livello del debito pubblico si attesta invece al 157,6 per cento del PIL nel 2020.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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