Con la legge di Bilancio 2022 cambiano molti aspetti della busta paga. Il più rilevante è quello che i lavoratori dipendenti trovano sotto la voce “trattamento integrativo”, ovvero l’ex bonus Renzi. In molti da gennaio 2022 non si sono più visti il bonus 100 euro in busta paga, mentre altri continuano a percepirlo. Da cosa dipende?
La manovra 2022 è intervenuta sull’Irpef con il passaggio da cinque a quattro aliquote (e scaglioni). In particolare, è stata eliminata l’aliquota del 41%, e si è intervenuto sulle due centrali, abbassandole dal 27 al 25% e dal 38 al 35%. Questa nuova struttura dell’imposta sul reddito delle persone fisiche ha comportato anche la necessità di ridisegnare la curva delle detrazioni e dei bonus.
Fino a dicembre 2021 il bonus Renzi veniva percepito in due modi, in base al reddito del lavoratore dipendente: fino a 28.000 euro come bonus di 100 euro in busta paga, e come detrazione decrescente in base all’incremento del reddito per chi guadagna fino a 40.000 euro. Da gennaio 2022, invece, è cambiato tutto il sistema che regola l’erogazione del bonus Renzi.
Innanzitutto, la detrazione fino a 40.000 euro è stata abolita. Il bonus viene percepito in busta paga solo dai lavoratori con redditi da lavoro dipendente o assimilati fino a 15.000 euro. La fascia di reddito tra i 15.001 e i 28.000 euro, che è anche la più corposa in Italia, percepisce il bonus solo se la somma delle detrazioni per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 sia superiore all’ammontare dell’imposta lorda.
Le detrazioni che vengono prese in considerazione sono quelle degli articoli 12 e 13 del TUIR, quindi quelle riguardano i familiari a carico, le spese sanitarie, i mutui, i lavori in casa, le erogazioni liberali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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