Confalonieri non è più dipendente Mediaset Ma resta il presidente

L'annuncio: dal 31 agosto Fedele Confalonieri non sarà più un dipendente Mediaset. Ma resta come presidente del gruppo

Confalonieri non è più dipendente Mediaset Ma resta il presidente

Fedele Confalonieri non è più un dipendente di Mediaset. Ma resta presidente del gruppo.

Ad annunciarlo è la stessa azienda, che spiega come dal 31 agosto il volto storico della società "risolverà il proprio rapporto di lavoro", con un trattamento di fine rapporto pari a 6,5 milioni di euro lordi (inclusivo del patto di non concorrenza). L'accordo prevede inoltre un "trattamento di fine mandato" da 8,5 milioni di euro in caso di cessazione o mancato rinnovo del suo incarico, anche "a riconoscimento del contributo straordinario fornito dal presidente fin dalla fondazione del gruppo". Con questa mossa Mediaset riduce i costi aziendali senza modifiche per gli "assetti organizzativi e le deleghe conferite".

Intanto oggi sono stati presentati i nuovi dati dei primi sei mesi del 2018. "I nostri fondamentali sono stati buoni nei primi cinque mesi dell'anno, e naturalmente eccellenti nei due mesi successivi", ha spiegato parlando della raccolta pubblicitaria Matteo Cardani, general marketing manager di Publitalia, "Noi e tutti i principali player del mercato siamo moderatamente positivi sul resto dell'anno".

Proprio la raccolta, trainata in Italia dai Mondiali di calcio, presenta le cifre più interessanti all'interno della reportistica diffusa oggi dall'azienda, che ha visto crescere la propria quota di mercato sia in patria che in Spagna. Se si guarda in particolare al mercato italiano, la crescita stimabile a oggi per il periodo gennaio-luglio 2018 rispetto allo stesso arco temporale del 2017, risulta pari a circa il 7%. Per quanto la visibilità generale da qui in avanti risulti ancora molto bassa, la stessa Mediaset segnala tra l'altro come tutte le organizzazioni del settore prevedano una ripresa, al netto di eventuali incertezze politiche o crisi internazionali.

Venendo invece al lato finanziario della semestrale, il risultato netto di gruppo di 42,8 milioni di euro si presenta in flessione rispetto ai 74,5 milioni dei primi sei mesi dell'anno scorso. A calare è anche l'Ebit, che si attesta a 173 milioni di euro rispetto ai 212,1 del precedente esercizio, mentre i ricavi netti crescono lievemente nel computo complessivo, a 1,847 miliardi da 1,845 miliardi, e in modo più evidente per quanto riguarda nello specifico l'Italia. In virtù del +2,2% sui sei mesi fatto segnare dai ricavi pubblicitari lordi, a livello nazionale il fatturato sale infatti da 1,33 a 1,34 miliardi di euro. Sulla base di queste cifre, e del beneficio atteso dai primi effetti positivi della digital transformation dell'offerta pay, la società ha confermato l'obiettivo di conseguire al termine dell'esercizio un risultato operativo e un utile netto consolidato positivi.

A incrementare la performance, potrebbe essere la plusvalenza generabile se venisse perfezionata l'offerta pubblica di acquisto totalitaria sul capitale di Ei Towers, in vista della quale è stata stretta una partnership col fondo infrastrutturale F2i.

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