Procedere con interventi economici in favore delle categorie più colpite dall'emergenza sanitaria e dalle pesanti restrizioni imposte nell'attesa del completamento della campagna vaccinale e quindi di un ritorno alla normalità: questo, in sostanza, è ciò che chiede la Corte dei Conti tramite la Memoria inviata alle Commissioni riunite 5° (Programmazione economica e bilancio) e 6° (Finanze e tesoro) del Senato della Repubblica.
Obiettivo delle audizioni in corso la conversione in legge del dl n°41 del 22 marzo 2021, in cui si progettano misure urgenti per dare sostegno alle imprese, al mondo del lavoro in genere, alla salute ed a tutti quei servizi territoriali legati all'emergenza sanitaria in atto.
Interventi a fondo perduto
Per quanto riguarda gli aiuti progettati per gli operatori economici che nel 2020 hanno registrato importanti riduzioni di fatturato, la Corte dei Conti ritiene "positivo il superamento del sistema della selezione in base al settore di attività. Inoltre, il riferimento all'intero arco temporale annuale del 2020 consente di escludere effetti distorsivi legati all'eventuale carattere stagionale dell'attività esercitata". Nella Memoria, riportata da LaPresse, si analizza anche il peso della manovra economica, pari a 11,2 miliardi di euro. Un costo rilevante, anche se la descrizione dell'iter seguito nella stima degli oneri, all'interno della relazione tecnica, non è stata completata con l'adeguato dettaglio delle ipotesi alla base del relativo costo. Fatto, quest'ultimo, ritenuto dalla Corte dei Conti essenziale"in mancanza del riferimento ad un limite di spesa derivante da un fattore legislativo e, al contempo, in presenza di margini specifici di ricorso all'indebitamento autorizzati dal Parlamento".
Cartelle esattoriali
Gli operatori economici sono aiutati anche con uno slittamento delle scadenze di pagamento di debiti fiscali e lo stralcio delle cartelle con importo limitato per gli anni compresi tra 2000 e 2012. In questo caso, la Corte non condivide la scelta fatta dall'esecutivo, sia perché ciò potrà incidere sulle future attività di riscossione dei crediti pubblici, sia perché questa si traduce "in un beneficio erogato a un vastissimo numero di soggetti, molti dei quali presumibilmente non colpiti sul piano economico dalla crisi", e pertanto generando sconforto in quei contribuenti che invece si sono messi fin da subito in regola pur facendo dei sacrifici. Ciò può inoltre"rappresentare una spinta ulteriore a sottrarsi al pagamento spontaneo per molti altri".
Blocco dei licenziamenti
Questa decisione, invece, convince poco la Corte dei Conti. Il blocco dei licenziamenti, infatti, è corretto nel momento in cui l'azienda usufruisce degli ammortizzatori sociali straordinari, ma in alcuni casi si corre il rischio di ritardare l'emersione di realtà aziendali in crisi o che necessitano di radicali processi di risanamento o ristrutturazione.
Reddito di emergenza e Reddito di cittadinanza a parte, strumenti di contrasto alla povertà nella pandemia, resta di prioritaria importanza pensare agli strumenti di politica attiva del lavoro,
per i quali sono previste ampie risorse nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra le priorità, sostiene la Corte dei Conti, resta quella della campagna vaccinale ed il rifinanziamento a favore dei trasporti pubblici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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