Il Covid e i contagi in azienda: l'imprenditore rischia il salasso

Anche senza una responsabilità oggettiva, gli imprenditori ed i datori di lavoro rischiano un processo penale nel caso di decesso per Covid-19 di un loro dipendente. La norma è poco chiara ed espone enormente chi fa impresa

Il Covid e i contagi in azienda: l'imprenditore rischia il salasso

Sul posto di lavoro sono state superate 54mila denunce relative ai casi di contagio (54.128 per l'esattezza) per Covid-19 da inizio pandemia alla fine del settembre.

Di chi sono le responsabilità?

Non lo dice il governo ma è il rapporto dell'Inail (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), secondo le denunce che gli sono pervenute fino al mese scorso. Questi dati, molto preoccupanti, accendono il dibattito sulle misure di sicurezza nei posti di lavoro. "Le norme vigenti, anche quelle ultimamente introdotte, non escludono la responsabilità penale del datore di lavoro, che vedrà riconosciuto il proprio comportamento lecito solo alla fine del relativo procedimento", ha commentato Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, secondo quanto riportato sul Corriere.it. Il Presidente auspica l'avvio di "una riflessione con le parti sociali per arrivare ad una norma".

Cosa dice la norma

Sul piano penale, l'imprenditore potrebbe essere coinvolto sul piano penale per i reati di lesioni o omicidio colposo nel caso di decesso di un dipendente secondo l’articolo 42 del D.L. n. 18/2020 che tratta la norma tra infortunio sul lavoro e contagio da Covid-19 anche nel caso in cui la responsabilità del datore di lavoro non sia oggettiva, ma abbia adempiuto a tutto quanto previsto da norme e regolamenti.

Tra i punti critici resta la verifica: come si certifica che il contagio sia, effettivamente, avvenuto sul luogo di lavoro considerando che il lungo periodo di incubazione del virus non permette di avere certezza sul luogo e sulla causa del contagio? Le cause di contagio possono essere molteplici e non debbono, per forza, essersi consumate in azienda. Insomma, in questo momento storico gli imprenditori sono assolutamente esposti e senza norme che li tutelino nel caso in cui non abbiano alcuna responsabilità.

Chi si ammala di più?

Un terzo delle denunce all'Inail si sono, successivamente, rivelati fatali per chi ha contratto il contagio sul luogo di lavoro. dei decessi per Covid-19. Gli uomini sono colpiti, addirittura, nell'84% dei casi, di cui il 69,9% nella fascia 50-64 anni ed il 19,4% per gli over 65. L'età media dei decessi è di 59 anni. Se i decessi riguardano essenzialmenete gli uomini, sul totale delle infezioni denunciate il report si inverte: circa 7 contagiati su 10 sono donne (il 70,7%) e l'età media si abbassa fino a 47 anni.

Il Nord più a rischio

Secondo quanto riportato dall'Inail, più della metà delle denunce presentate all’Istituto (55,1%) proviene dal Nord-Ovest, seguito da Nord-Est (24,4%), Centro (11,9%), Sud (6,2%) ed Isole (2,4%). I casi mortali maggiori, invece, vede sempre il Nord-Ovest in cima alla classifica con il 56,7% ma è subito seguito dal Sud con il 16% dei decessi. A seguire Nord-Est (13,8%), Centro (11,6%) ed Isole (1,9%). Facile da immaginare, la Lombardia si conferma la regione più colpita con il 35,2% dei contagi denunciati ed il 41,7% dei casi mortali con Milano al primo posto tra le province più colpite con il 10.8% del totale delle infezioni sul lavoro denunciate. Bergamo, triste epicentro della prima ondata di pandemia, è al quarto posto per decessi (4,6%) preceduta da Torino (7,8%) e Brescia (5,4%).

Contagi in calo tra le professioni sanitarie

Sembra un controsenso ma, a pensarci bene, non lo è: quello che si dice da sempre, e cioè che distanziamento e protezione personale (mascherine e lavaggio delle mani) sono fondamentali, si evince dai contagi in calo tra gli operatori sanitari, i più esposti al contagio perché in prima linea con i malati di Covid: con il 39,2% delle infezioni denunciate è la più colpita ma si è progressivamente ridotta con il passare dei mesi. Al primo posto, tra i più colpiti, restano gli infermieri (83%) seguiti da operatori socio-sanitari (20,6%) e medici (10,1%).

Le attività più colpite riguardano, invece, ospedali, case di cure, cliniche ed Rsa con il

70,3% delle denunce ed il 21,3% dei decessi. Gli altri settori più colpiti sono i servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero e le attività dei servizi di alloggio e ristorazione.

Commenti
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Avatar di cgf cgf
26 Ott 2020 - 17:51
ma chi detto che occorre investire in proprio, già oggi ogni dipendente è come se fosse a te sposato/a, ora colpevole anche se questo va a parties/mezzopubblico e contrae il virus e sei responsabile. Diverse aziende hanno già chiuso "in piedi", possono vietarti di licenziare ma non di chiudere, questa è stata la risposta che ho avuto parlando con un titolare che ha deciso di chiudere dopo 47 anni, sperava di fare i 50 e poi vendere, magari anche ad una cooperativa di dipendenti, ma con questi qui al governo che non hanno mai lavorato, soprattutto rischiato in proprio, meglio salvare il salvabile e ritirarsi, ne avanza anche. Ma chi te lo fa fare. Già a Maggio a cominciato la liquidazione, è un marchio conosciuto, meno contente quelle 230 famiglie che da novembre si troveranno con almeno uno stipendio in meno, peccato anche per me per quel cliente perso, Conte&Co invece…
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Avatar di Junger Junger
26 Ott 2020 - 11:02
Con le norme attuali ( risalgono al ventennio con le epidemie della malaria) i legali rappresentanti delle imprese rischiano il processo penale anche in caso di contagio e di ricovero non solo di decesso.
Avatar di il veniero il veniero
26 Ott 2020 - 11:39
cosa c'è di nuovo . L'imprenditore rischia un processo penale se il dip si rompe un braccio ...anche per sua negligenza ...cosa da diostrare davanti a un giudice .Ripeto , penale . Qui si vede la vera attenzione del governo m5s/pd ... carne da macello se sei pmi .
Avatar di Jon Jon
26 Ott 2020 - 11:58
MA NON DITE IDIOZIE..!! NON ABBIAMO NESSUNA RESPONSABILITA'. SONO LE ASL A DOVER FARE I CONTROLLI IN AZIENDA.
Avatar di cir cir
26 Ott 2020 - 12:08
giustissimo !! l' imprenditore deve essere responsabile della tutela dei dipendenti.
Avatar di ondalunga ondalunga
26 Ott 2020 - 12:47
@cir: mi dice come si fa a sapere dove uno può essersi infettato ? Vado al super la domenica, poi prendo il metro e vado al lavoro. Dopo due gg sto male, è colpa del super, del metrò o del lavoro ? Impossibile da sapere non pensa ? Però se denuncio l' azienda dei trasporti (comunale) mi faranno una pernacchia, molto più semplice prendersela con il datore di lavoro privato no ?
Avatar di cir cir
26 Ott 2020 - 14:43
ondalunga
Lun, 26/10/2020 - 12:47 : condivido il tuo dubbio .Ma cio' non toglie una responsabilita' per eventuale negligenza . La Tissen Krupp non lo ha calcolato.. neanche l'Icmesa di Seveso.. neanche la union carbide di Bhopal ( 3000 morti e 20.000 deformi..
Avatar di ondalunga ondalunga
26 Ott 2020 - 15:01
@cir: e che c'entrano gli esempi che lei fa ? Nulla. Rimaniamo al covid, non ho un semplice dubbio, dico che E' IMPOSSIBILE sapere dove uno si sia infettato, impossibile !
Avatar di roberto67 roberto67
26 Ott 2020 - 17:16
Gli infortuni sul lavoro includono quelli occorsi sul tragitto casa - posto di lavoro e ritorno. I contagi "in azienda" quindi devono includere quelli avvenuti mentre ci si reca in azienda e si torna a casa. Di questo va tenuto conto in particolare quando il lavoro remoto non è stato autorizzato dal datore nonostante si tratti di attività d'ufficio che possono essere svolte direttamente a casa.
Avatar di roberto67 roberto67
26 Ott 2020 - 17:26
@ondalunga, se c'è un focolaio tra colleghi dello stesso reparto/ufficio, il contagio è presumibilmente avvenuto in azienda. Se si tratta di persone che viaggiano abitualmente sullo stesso mezzo per raggiungere l'azienda, idem (il tragitto rientra negli infortuni professionali). Se c'è un unico positivo all'interno del reparto e i dati di tracciamento indicano chiaramente che il contagio è avvenuto in altri ambiti, l'azienda non ha alcuna responsabilità.

Immagino che 9 casi su 10 rimarranno irrisolti ma il datore di lavoro ha comunque la responsabilità di tutti gli infortuni, e tra questi ricade anche l'avvenuto contagio da una malattia infettiva con esiti gravi.

Dove invece l'esito non è grave (come per una qualsiasi influenza stagionale) il datore ha responsabilità proporzionali, in pratica nulle.
Avatar di cgf cgf
26 Ott 2020 - 17:51
ma chi detto che occorre investire in proprio, già oggi ogni dipendente è come se fosse a te sposato/a, ora colpevole anche se questo va a parties/mezzopubblico e contrae il virus e sei responsabile. Diverse aziende hanno già chiuso "in piedi", possono vietarti di licenziare ma non di chiudere, questa è stata la risposta che ho avuto parlando con un titolare che ha deciso di chiudere dopo 47 anni, sperava di fare i 50 e poi vendere, magari anche ad una cooperativa di dipendenti, ma con questi qui al governo che non hanno mai lavorato, soprattutto rischiato in proprio, meglio salvare il salvabile e ritirarsi, ne avanza anche. Ma chi te lo fa fare. Già a Maggio a cominciato la liquidazione, è un marchio conosciuto, meno contente quelle 230 famiglie che da novembre si troveranno con almeno uno stipendio in meno, peccato anche per me per quel cliente perso, Conte&Co invece…
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