De Nora con Snam in missione idrogeno

Prima pietra della più grande gigafactory per la transizione green

Paolo Dellachà, ceo De Nora
Paolo Dellachà, ceo De Nora
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Un investimento che si aggira sui 100 milioni e che sarà co-finanziato dal governo italiano (tramite il programma IPCEI Hy2Tech approvato dalla Commissione Europea nel 2022). Sono partiti ufficialmente ieri, 11 giugno, i lavori per la costruzione della nuova gigafactory di elettrolizzatori per la generazione di idrogeno verde, a Cernusco sul Naviglio, comune dell'hinterland milanese.

De Nora, multinazionale di Milano specializzata in elettrochimica e leader delle tecnologie sostenibili, ha pensato così a un polo produttivo su larga scala da 25 mila metri quadrati, con una capacità che arriverà a 2 GW entro il 2030. L'impianto verrà costruito da De Nora Italy Hydrogen Technologies, una joint venture con Snam, che a sua volta è azionista con circa il 21% dell'azienda guidata dal ceo Paolo Dellachà. La fabbrica entrerà in funzione all'inizio del 2026.

Una parte dei fondi arriverà quindi dal ministero delle Imprese e del Made in Italy grazie al Pnrr: sono circa 32 milioni che potrebbero salire fino a 63 milioni se la società rispetterà determinati requisiti. La restante quota verrà stanziata direttamente dalla De Nora e dal principale operatore europeo nel trasporto e nello stoccaggio di gas naturale. Un impegno economico e tecnologico notevole per i due partner, che non escludono di replicare questo modello, anche all'estero.

Ultimata la realizzazione, si legge in una nota, la gigafactory supporterà nel concreto «la riduzione dei costi di produzione degli elettrolizzatori, contribuendo in maniera significativa a centrare l'obiettivo di capacità installata finale prevista in Europa e di neutralità tecnologica necessario per la transizione energetica». Dellachà sottolinea che il progetto darà lavoro «a circa 200 persone, a cui si aggiungeranno oltre 2.000 addetti dell'indotto».

L'amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, sostiene che sarà consolidato il ruolo di leadership dell'Europa nel campo delle tecnologie per l'idrogeno, ma dovrà essere «coltivato in modo più attento e

consapevole di quanto fatto in passato con la filiera delle rinnovabili». Per Venier, infatti, «è necessario non ripetere certi errori, che hanno portato ad un quasi monopolio della Cina su pannelli fotovoltaici e pale eoliche».

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