Mossa anti-rincari del governo: stop all'Iva su pane e pasta

Nel Decreto Aiuti-bis previsti 4 miliardi di euro per taglio all'Iva su pane e pasta. Una misura anti-inflazione che per la Lega "aiuta in modo concreto le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti"

Mossa anti-rincari del governo: stop all'Iva su pane e pasta

Il governo Draghi, pur se dimissionario, lavora a un piano anti-inflazione per rimediare agli effetti del carovita che sta colpendo duramente i cittadini italiani e le loro prospettive di consumo e risparmio. Un Decreto Aiuti-bis che per il viceministro dell'Economia Laura Castelli (Insieme per il Futuro) può valere 12-13 miliardi di euro e essere centrato, in primo luogo, sull'azzeramento dell'Iva per i prodotti alimentari più consumati dagli italiani: pane e pasta.

Il taglio delle aliquote, oggi al 4%, sui prodotti che sono stati maggiormente colpiti dai rincari si aggiungerà, secondo le linee guida su cui l'esecutivo e i tecnici del Ministero dell'Economia e delle Finanze stanno lavorando, alla decurtazione al 5% anche delle aliquote Iva su carne e pesce. Complessivamente, questa manovra può essere fonte di un esborso pari a 4 miliardi di euro per le casse dello Stato ed è ritenuta dal governo dimissionario necessaria per fermare la spirale dei prezzi crescenti nella spesa alimentare: " I prezzi dei prodotti alimentari", dice al Corriere della Sera il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, "hanno registrato nell’ultimo periodo una impennata record". Truzzi ricorda che in questo 2022 si prevede che in Italia "una famiglia, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a 674 euro annui". Negli alimentari essenziali il rincaro è stato su base annua del 9%.

L'inflazione nel Paese è giunta all'8,6% nel giugno scorso ed è data in aumento fino ad attorno il 10% in autunno. Dunque in queste complesse settimane estive il governo vuole accelerare su provvedimenti e misure capaci di calmierare aumenti e tensioni e evitare che l'inflazione deprima la crescita e lo sviluppo. Contribuendo in questo modo a scaricare a favore dei consumi buona parte dell'extragettito Iva incassato in questi mesi per i rincari generalizzati.

La misura userebbe poco meno della metà delle risorse, pari a 8,5 miliardi di euro, consolidate nel bilancio dello Stato con il recente assestamento di bilancio; il decreto sicuramente non dovrebbe coprire meno di 10 miliardi di euro e potrebbe raggiungere le cifre indicate da Castelli se si inserirà la conferma del bonus 200 euro ritenuto oggi in bilico. Molto favorevoli alla prevista misura sull'Iva, cuore del nascente decreto che si sommerà al taglio delle accise come maggiore manovra anti-inflazione, gli esponenti del centrodestra nel governo: "si tratta di una misura che aiuta in modo concreto le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti che sono più penalizzate dagli effetti dell'inflazione", hanno scritto in una nota congiunta il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio (Lega) e il sottosegretario all'Economia Federico Freni (indipendente vicino al Carroccio).

La manovra, inoltre, potrebbe anticipare molte delle richieste all'Italia sulle riforme concordate con l'Unione Europea, che per il 2023 prevedono, tra le altre cose, una riformulazione dell'Iva. Aprendo la possibilità per trasformare in strutturale la svolta.

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