Il piano dell'ad di Tim, Pietro Labriola, delude il mercato e il titolo ieri è sprofondato del 14% in Borsa. Peggio hanno fatto le risparmio (-16,6%), private della cedola che sarà ripristinata appena le condizioni lo permetteranno. Il manager ha ribadito in conference call con gli analisti che la separazione di rete e servizi «è valida sia dal punto di vista del business che strategico». Labriola ritiene di poter creare maggior valore rispetto all'Opa proposta dal fondo Usa Kkr a 0,505 euro per azione. Con la separazione delle quattro linee di business di Tim (Rete, Brasile, Consumer e Aziende) Labriola intende «creare partnership e aggregazioni importanti». Occorre, tuttavia, precisare che l'iter per la separazione tra società della Rete (NetCO) e ramo Servizi (ServCO) è un processo non breve che potrebbe durare oltre un anno. L'ad ha, però, rimarcato che Kkr, detentrice del 37,5% di Fibercop (la rete secondaria in rame), non può impedire lo scorporo della infrastruttura. Labriola ha successivamente ribadito che non è stato chiesto a Kkr di ritirare l'Opa che, ai prezzi di Borsa attuali, incorpora un premio del 70% circa.
Ieri, infatti, il titolo è scivolato a 29 centesimi, intorno ai 7 miliardi di capitalizzazione, simile a quella di Tim Brasil e inferiore a quella di Inwit. La spinta al ribasso è stata causata anche dalle prudenti stime del piano. Il gruppo prevede infatti tra il 2022 e il 2024 una «leggera» crescita dei ricavi con un ebitda piatto. «Le stime - ha detto Labriola - non tengono conto di altri fattori» come il Recovery Fund e «il previsto taglio dei costi intorno al 20%». Secondo l'amministratore delegato, «il problema di Tim è che i piani degli anni precedenti sono sempre stati disattesi». E, dunque, il neo ad preferisce la cautela: atteggiamento onesto ma che - è il giudizio di Piazza Affari - difetta di appeal.
Tra gli altri dossier anche quello relativo a Dazn. «Abbiamo considerato l'impatto negativo ma non abbiamo incluso ulteriori migliorie che potrebbero scaturire da una rinegoziazione», ha spiegato l'ad. È, infatti, in corso una trattativa per abbassare (si parla di 100 milioni) il minimo garantito di 340 milioni l'anno per l'Ott. «Nei prossimi tre anni lavoreremo sul business dei media, non stanno contribuendo dal punto di vista del valore, dell'ebitda e quindi possiamo cercare di migliorare la marginalità», ha concluso.
Labriola e il nuovo cfo Adrian Calaza hanno confermato l'offerta da 1,3 miliardi del fondo Ardian per il 41% di Daphne3, il veicolo che controlla il 30,2% di Inwit, la società delle torri di trasmissione.
«Se accetteremo, resteremmo al 10% della holding e nella governance», ha sottolineato Calaza. La versione integrale del piano (con tutte le stime settore per settore) sarà presentata in un Market day che dovrebbe svolgersi a giugno, quindi prima della semestrale.
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