Le spese legali azzoppano i conti di Deutsche Bank. La maggiore banca tedesca ha chiuso il secondo trimestre dell'anno con una perdita netta di 143 milioni dai 763 milioni di utile dell'analogo trimestre del 2023. Si interrompe così una striscia di 15 trimestri consecutivi in attivo. A spingere in rosso il trimestre è un accantonamento da 1,3 miliardi per coprire una sentenza potenzialmente sfavorevole alla banca nella controversia legata all'acquisizione di Postbank nel 2010. Contestualmente la banca guidata da Christian Sewing (in foto) ha riservato un'altra sorpresa negativa per gli investitori, annunciando che non procederà a un secondo buyback quest'anno.
Il combinato disposto del maxi accantonamento e del mancato buyback ha innescato un profondo calo del titolo a Francoforte (-8%).
I ricavi trimestrali del gruppo sono invece cresciuti del 2% a 7,6 miliardi, sopra le attese degli analisti, con la divisione investment banking a fare da traino con un +10% a 2,6 miliardi. A livello di ratio patrimoniali, il Cet1 è salito al 13,5 percento.
Dopo il risanamento messo in atto da Sewing negli ultimi anni e la sponda dei tassi alti, la banca si trova a fare i conti con una congiuntura tedesca ancora decisamente debole. Il Fmi vede per quest'anno un marginale +0,2% del Pil tedesco e la banca centrale tedesca questa settimana ha affermato che l'economia sta crescendo più lentamente di quanto atteso.
Inoltre, sui profitti delle banche tedesche incombe la potenziale ricaduta della crisi immobiliare e dell'aumento dei crediti deteriorati.Gli analisti si soffermano anche sugli obiettivi sfidanti di riduzione dei costi che Deutsche Bank ha per il 2025, che ad oggi appaiono difficili da raggiungere.
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