Dopo la notizia choc della Commissione europea che ha spiazzato tutti sul blocco di vendite e affitti di case ed edifici che consumano troppa energia e non a norma con quanto previsto in un primo momento, l'Ue fa retromarcia e limita nettamente gli interventi al 15% degli immobili più problematici e che presentano gli standard più bassi.
Cosa cambia
Come ci siamo occupati sul Giornale.it, quanto accaduto pochi giorni fa aveva dell'inverosimile: oltre 16 milioni di edifici a rischio perché appartenenti alla classe energetica G. Nel giro di pochi anni (dal 2027) non sarebbe più stato possibile affittarli o venderli e via via tutti gli altri fino ad arrivare alla classe A e le sue sottoclassi. In pratica, per qualsiasi edificio si sarebbero resi necessari lavori di un certo tipo e soprattutto spese ingenti. Dopo (immaginiamo) milioni di polemiche, qualcosa sta cambiando: non più una sparata a zero su tutto ma il compito, da parte di ogni Stato, di individurare soltanto gli edifici peggiori dal punto di vista energetico ma senza alcun diviento di vendita e affitto se non ci sarà il tanto richiesto efficientamento. In pratica, lo Stato potrà suggerire al proprietario di migliorare la qualità del suo edificio, casa o villa che sia ma senza imporre nulla: spetterà poi al singolo cittadino "ascoltare" i consigli o lasciare tutto com'è.
Il futuro degli edifici
Passato il peggio, si lavora anche per una modifica delle dieci classi energetiche esistenti (da A4 a G) come indica l'Ape (Attestato di Prestazione Energetica) e contemporaneamente alla messa a norma del 15% degli edifici "peggiori": entro il 2027 bisognerà migliorare tutti i beni pubblici ed entro il 2030 gli immobili privati fermo restando, però, quanto detto sopra. Oltre ai vari bonus e Superbonus, ogni Paese che fa parte dell'Ue potrà attingere al Recovery Plan o al Fondo sociale europeo.
Come riporta Il Messaggero, ci sarà tempo per i cambiamenti richiesti dalla transizione ecologica: ad esempio, dalla classe F a quella E ci sarà tempo fino al 2033. L'obiettivo finale di Bruxelles sarà quello di ottenere, entro il 2050, un parco immobiliare a emissioni zero attraverso gli interventi su almeno 35 milioni di edifici riuscendo a ridurre almeno il 60% della CO2 e tutti i consumi energetici legati al riscaldamento.
Accanto a questa tematica, l'Ue farà sapere a breve quale è la strategia per incentivare e aumentare la produzione di biogas e ridurre le emissioni di metano fornendo le proposte avanzate da Italia, Spagna e Francia nei mesi scorsi quando il prezzo del gas era iniziato a salire alle stelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.