Come abbiamo visto sul Giornale.it, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che impone il pagamento del gas russo in rubli ai Paesi che rientrano nella lista di quelli ostili, tutti quelli dell'Ue, Italia compresa. Come riportato dall'agenzia Ria Novosti, i contratti esistenti saranno bloccati se la richiesta dello zar non venisse accolta. Ma c'è dell'altro, cioé la pretesa di Putin di "aprire conti in rubli in banche russe".
La doppia soluzione
La situazione appare poco chiara anche perché il premier Draghi ha affermato che non ci sarebbe stato un blocco delle forniture da parte delle Russia e che tutte le aziende europee avrebbero continuato a pagare il gas in euro e dollari secondo i contratti esistenti. Si andrebbe, dunque, al braccio di ferro ma secondo il Corriere della Sera c'è una "strada" che potrebbe accontentare tutti. Il meccanismo vedrebbe l'azienda che importa il gas, come ad esempio l'Eni, vedersi costretta ad aprire due conti bancari, uno europeo e un altro con Gazprombank per il pagamento nella valuta russa. A quel punto, trasferirebbe il pagamento del gas nel conto con gli euro mentre Gazprombank vende gli euro sul mercato di Mosca e ricompra rubli. Ultimo passaggio, la banca russa accredita i rubli nel conto dell'azienda importatrice (Eni) finalizzando il pagamento, in modo tale da trasferire i rubli per il gas a Gazprom. I passaggi sembrano contorti ma hanno una loro logica.
A cosa serve il meccanismo
In questo modo, Putin sarebbe accontentato su entrambi i fronti: i Paesi nella lista nera pagherebbero il gas in rubli a Gazprom ma continuerebbero a pagare in euro a Gazprombank come accade oggi. La parte "gravosa" del compito spetterebbe proprio alla banca russa che dovrebbe compiere particolari operazioni per trasformare euro e dollari in rubli sui conti delle aziende importatrici in Europa. In pratica, questo meccanismo salverebbe le apparenze dell’ultimatum senza cambiare quasi niente nella sostanza. "Tutto cambia perchè nulla cambi", scriveva Tomasi di Lampedusa nel suo Gattopardo. Questa soluzione sembra proprio quella di cui si parla nel celebre romanzo italiano.
Perché a Putin conviene fare così
Il suggerimento di operare in questa maniera sarebbe arrivato a Putin direttamente dalla governatrice della banca centrale, Elvira Nabiullina, e dal vicepremier Alexander Novak, ex ministro dell'Energia, che hanno fatto capire allo zar le enormi difficoltà di fare di testa sua, ossia se Gazprom avesse dovuto imporre davvero agli importatori europei di pagare in rubli. A questo punto, fatturazione e prezzo del gas rimarranno esattamente quelli previsti dai contratti.
E poi, questo meccanismo rafforzerebbe quanto accade da tempo, e cioé che tutta la valuta straniera in arrivo in Russia sarà utilizzata per l'acquisto di rubli. In questo modo, con il controllo del gas e l'offerta monetaria sulla loro Borsa, il rublo potrà riprendersi dalla svalutazione choc degli ultimi giorni a seguito delle sanzioni occidentali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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