Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto che impone il pagamento del gas russo in Rubli. Ad annunciarlo è stato direttamente lui dal Cremlino, in un discorso trasmesso dalle televisioni russe.
L'intenzione del capo dello Stato russo di far pagare il gas esportato dalla Russia nella moneta russa era emersa già nei giorni scorsi, alla luce delle sanzioni imposte a Mosca dopo l'intervento armato in Ucraina. Adesso quella che sembrava una minaccia lanciata anche per frenare il deprezzamento del Rublo, sceso ai minimi dopo le sanzioni, è diventata realtà.
Non tutti i Paesi dovranno pagare il gas nella moneta russa, ma solo quelli rientranti nella lista dei Paesi ostili. Tra questi ci sono tutti quelli dell'Ue, Italia compresa. Nel suo discorso Putin è stato molto netto e duro contro l'Europa.
“Offriamo alle controparti dei Paesi ostili – ha dichiarato – uno schema chiaro e trasparente: per acquistare gas naturale russo, devono aprire conti in rubli nelle banche russe a partire da domani”. Altrimenti la conseguenza sarà molto chiara. “Diversamente – ha proseguito Putin – i contratti esistenti per la fornitura di gas saranno interrotti se gli acquirenti provenienti da Paesi ostili non adempiranno ai nuovi termini di pagamento”.
La nuova mossa del Cremlino, si vociferava da ore negli ambienti diplomatici, era stata già anticipata ieri in una conversazione tra Putin e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Nel colloquio, il presidente russo aveva spiegato le nuove modalità di pagamento per il gas acquistato dagli stabilimenti russi.
Chi non adempirà alle nuove direttive di Mosca, rischia di entrare nell'immediato in una grave crisi energetica. Di questo Putin ne è ben consapevole, da qui il via libera alla mossa volta a rispondere alle sanzioni imposte soprattutto dai Paesi occidentali.
Nel corso del suo discorso, il presidente russo aveva anche espresso il suo disappunto per le scelte europee. “Gli europei pagheranno adesso il gas americano di più – ha dichiarato Putin – gli Usa cercano di risolvere problemi a discapito di altri, dell'Europa. E di scaricare i propri errori, cercando di trarre profitto dall'instabilità mondiale”.
“Le sanzioni – ha concluso il presidente russo – sono contro la nostra libertà e la nostra indipendenza, contro il nostro diritto di essere Russia. Noi non rinunceremo mai ai nostri valori”.
Berlino e Parigi: "Non ci lasceremo ricattare"
Dopo gli annunci di Vladimir Putin non si sono fatte attendere le reazioni internazionali, soprattutto in ambito europeo. Il primo a parlare è stato il cancelliere Olaf Scholz, secondo cui "i pagamenti continueranno ad avvenire come sempre, non cambierà nulla". Berlino, ha fatto sapere il capo dell'esercutivo tedesco, continuerà a pagare il gas russo in Dollari ed Euro.
Poco dopo, in una conferenza stampa congiunta, hanno preso la parola il ministro dell'economia tedesco, Robert Habeck, e quello francese Bruno Le Maire. "È importante per noi dare il segnale - ha dichiarato Habeck - non ci lasceremo ricattare da Putin". I due ministri hanno concordato azioni giornaliere di monitoraggio e coordinazione per superare l'attuale crisi e dare adeguate risposte alle contromosse di Mosca.
"Quanto alla richiesta di pagare il gas in Rubli - ha proseguito il ministro dell'economia tedesco - tutte le voci che ho sentito sono concordi: gli attuali contratti devono essere rispettati".
Cosa cambia per le aziende europee
Il decreto firmato da Putin ha implicazioni soprattutto a livello politico, in quanto Mosca ha di fatto attuato una prima importante contromossa alle sanzioni imposte da Usa ed Europa. Sotto il profilo pratico però, soprattutto per le aziende del Vecchio Continente, potrebbe cambiare ben poco. Così come spiegato sul Corriere della Sera, a partire da domani un'azienda europea che importa gas dalla Russia potrebbe aggirare l'ostacolo aprendo due conti bancari su Gazprombank, istituto bancario non raggiunto dalle sanzioni. Un conto potrebbe essere in Euro e uno in Rubli.
L'azienda europea paga la controparte russa trasferendo i soldi nel conto in Euro, esattamente quindi come avviene oggi. Gazprombank potrebbe a quel punto prendere gli Euro e venderli sul mercato di Mosca in cambio di Rubli.
Una volta fatto questo passaggio, la stessa banca posiziona i Rubli nel secondo conto dell'azienda europea, quello per l'appunto aperto in Rubli. In tal modo poi i soldi vengono girati alle aziende russe da cui si acquista il gas. In poche parole, ci sarebbe un passaggio in più da fare ma il pagamento avverrebbe ugualmente in Euro.
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