Dagli errori commessi dal governo nella gestione dell'emergenza sanitaria agli effetti negativi derivanti dalla possibile accettazione del Mes, uno degli strumenti economici di sostegno messi sul tavolo dall'Unione europea. Il professor Giulio Tremonti, già ex ministro dell'Economia, ha fatto il punto della situazione analizzando i temi più rilevanti che toccano da vicino l'Italia, vessata dalla seconda ondata di Covid e minacciata da una crisi economica senza precedenti.
Gli errori del governo
Nel corso di una lunga intervista rilasciata a Money.it, Tremonti ha subito fatto notare che il governo, nel fronteggiare la pandemia di coronavirus, si è affidato all'"amministrazione ordinaria" nonostante avesse tra le mani un'evidente "realtà straordinaria". Detto altrimenti, l'esecutivo giallorosso avrebbe dovuto intervenire in sede amministrativa bypassando gli scogli burocratici. Gli stessi che ancora oggi frenano le decisioni più importanti nella lotta contro il virus.
C'era tutto il tempo per farlo, a maggior ragione nel periodo estivo, al termine della prima ondata del virus. Niente di tutto questo è stato fatto e adesso stiamo vedendo i costi di quanto accaduto. Tremonti ha spiegato che nella costituzione italiana esiste un articolo, il 117, nel quale si evince che la profilassi internazionale "è di competenza statale esclusiva". E qui per sanità non si intende diritto alla salute ma bene pubblico. Il governo è invece andato avanti per la sua strada, collezionando diversi errori.
L'ultimo Dpcm è diverso rispetto alle decisioni prese la scorsa primavera. "Mentre gli interventi economici fatti da marzo a luglio avevano causa nella pandemia, con il governo che correggeva il dramma" adesso sta venendo fuori nell'opinione pubblica "l'idea che il governo abbia sbagliato a non fare nulla in questi mesi", che "abbia fatto provvedimenti discutibili" e si accolli la responsabilità "di ristorare chi è stato colpito", ha spiegato Tremonti.
I rischi del Mes
Per quanto riguarda il Mes, ovvero una delle quattro misure di sostegno a livello europeo assieme a Sure, Bei e Recovery Fund, il professore è stato chiarissimo: al netto degli annunci dei vari commissari europei, il Fondo salva-Stati fa ancora rima con Troika.
"È vero che i commissari hanno detto che serve solo per la sanità e non ci saranno controlli. Ma il problema del MES è che la sua disciplina non la danno i commissari in conferenza stampa, ma il trattato. E questo prevede che se durante il prestito la tua finanza non va bene, arriva la Troika", ha dichiarato Tremonti.
I soldi provenienti da Bruxelles possono pure essere spesi bene ma "se qualcuno negli anni successivi ti dice che la tua finanza è squilibrata, ti arriva la Troika", ha aggiunto l'ex ministro. Tale eventualità è ancora più probabile per un Paese ad alto debito come l'Italia.
Nel frattempo, però, ancora nessun Paese europeo ha chiesto il Mes.
Per quale motivo? Attivarlo significa accollarsi "lo stigma di fare una cosa da grande difficoltà". "Il credito MES, esercitato dalla Troika, è privilegiato sugli altri creditori, e questo modifica radicalmente la struttura finanziaria del debito del Paese che l’ha preso", ha concluso il professore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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