Etruria, accolto il ricorso Consob. La Cassazione riapre il processo

Ribaltato il verdetto in appello

Etruria, accolto il ricorso Consob. La Cassazione riapre il processo
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Sono passati dieci anni da quando il governo italiano guidato all'epoca da Matteo Renzi approvò il cosiddetto decreto salva banche per Banca Marche, Carife, CariChieti e Banca Etruria. La vicenda di quest'ultima, poi ceduta a Ubi nel 2017, ha ancora degli strascichi giudiziari. Con due sentenze depositate ieri, infatti, la Corte di Cassazione ha deciso di riaprire il processo sulle sanzioni Consob ad alcuni ex membri del cda della banca aretina. A tornare davanti al giudice della Corte d'Appello saranno Alfredo Berni, Pierluigi Boschi (in foto), Luciano Nataloni e Lorenzo Rosi, per diverse violazioni del Testo unico della finanza.

La Cassazione ha accolto il ricorso della Consob relativamente a diverse sanzioni amministrative annullate dalla Corte di appello di Firenze. Il giudice di secondo grado, con altrettante sentenze, le aveva giudicate tardive, in quanto emesse a circa due anni di distanza dalla conoscenza dei fatti (in violazione del termine di 180 giorni fissato dall'articolo 195 del Tuf). Per la seconda Sezione civile, però, la conoscenza dei documenti da parte della Consob va posticipata dal maggio 2013 (e integrata a febbraio 2014), al maggio del 2016. Solo in quella data, infatti, la Commissione aveva acquisito copia dei «rilievi ispettivi» di Bankitalia per il periodo marzo-settembre 2013 e le note sulla situazione aziendale del 24 luglio 2012 e del 3 dicembre 2013. Oltre al fatto che Consob aveva proceduto ad una propria attività di indagine ulteriore nel dicembre 2015. «Pertanto riporta la decisione -, solo all'esito dell'acquisizione completa ed effettiva» di questi documenti «si poteva ritenere definita nella sua integralità l'attività di indagine e controllo da parte della Consob, alla quale doveva, come poi è avvenuto, fare seguito la notificazione della contestazione nel termine perentorio».

La Corte d'appello, invece, ha concluso che «la stessa fosse già in condizione di emettere il provvedimento sanzionatorio in data significativamente precedente a quanto avvenuto».

Così facendo, però, ha posto in essere «valutazioni di esclusiva pertinenza della Consob e si è di fatto sostituita alla medesima nella valutazione della sufficienza degli elementi conoscitivi utili all'emissione della sanzione».

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