Ex Ilva, c'è l'offerta di Sideralba per tre tubifici

Il ceo Rapullino: "Sono compromessi, li vogliamo rilanciare sul mercato"

Ex Ilva, c'è l'offerta di Sideralba per tre tubifici
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È partito il conto alla rovescia per l'ex Ilva e, dopo Marcegaglia, lo storico gruppo siderurgico Sideralba conferma al Giornale che «entro venerdì 20 settembre - deadline fissata dai Commissari - presenterà una manifestazione di interesse per una parte degli asset del gruppo», spiega il ceo Luigi Rapullino (in foto). Svelando che «l'obiettivo della società napoletana riguarda tre tubifici della galassia Ilva situati uno a Salerno, uno a Marsiglia (Francia) e uno a Racconigi in provincia di Cuneo». Rapullino li ha visitati questa estate nel giro di presentazioni che ha interessato molteplici player a Taranto e nei siti del gruppo. «Lo stato dei tubifici è compromesso e rivela una totale mancanza di manutenzione», spiega il ceo di Sideralba, che ogni anno produce e commercializza oltre 600mila tonnellate di acciaio, tra coils, tubi, nastri, lamiere e profili aperti. E che in Tunisia ha una joint venture con Marcegaglia. La società napoletana che fattura circa 370 milioni (dato 2022 confermato in linea per il 2023) ha una fortissima connotazione green e si presterebbe a un totale revamping dei siti oggetto di offerta con un parallelo rilancio industriale e occupazionale. Tra l'altro, in passato, Sideralba ha già acquisito pezzi della vecchia Ilva.

«I nostri siti hanno la certificazione Iso 14.001 dal 1998, hanno zero impatto ambientale e un'autonomia energetica garantita da pannelli fotovoltaici». Un aspetto cruciale visto che nel bando che fissa le regole per la presentazione delle manifestazioni di interesse, viene richiesto un impegno per lo sviluppo della società e delle controllate, ma anche sulla decarbonizzazione e per il mantenimento dei livelli occupazionali.

Oltre a Siderlba e Marcegaglia, le aziende interessate al momento all'ex Ilva sono le indiane Vulcan Green Steel e Steel Mont, il gruppo ucraino Metinvest, la canadese Stelco, Arvedi e Nippon Steel.

Intanto ieri è scaduto il termine per definire gli

intermediari (Sace o altri) che si occuperanno di pagare i crediti scaduti dell'indotto di Acciaierie d'Italia la procedura commissariale. Le aziende creditrici vantano circa 120 milioni e saranno pagate il 27 Settembre.

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