Gli arretrati e "botte" di tasse: cosa dobbiamo pagare adesso

Una vera e propria tempesta di tasse sta per arrivare sulla testa dei contribuenti: ecco cosa accadrà fra 7 giorni

Gli arretrati e "botte" di tasse: cosa dobbiamo pagare adesso

Sono una montagna di soldi. E saranno i contribuenti italiani a doverli sborsare. Lo Stato passa all’incasso. Dal 16 ottobre prossimo in arrivo qualcosa come 9 milioni di cartelle esattoriali. Il decreto Agosto aveva già fatto slittare dal 31 agosto al 15 ottobre 2020 i termini di sospensione dei versamenti dovuti derivanti da cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti esecutivi doganali, ingiunzioni fiscali degli enti territoriali e accertamenti esecutivi dei comuni. Ma, senza una nuova proroga, il fisco potrà riprendere i pignoramenti su stipendi o pensioni. Queste 9 milioni di notifiche non saranno da sole. Lo stop alla moratoria porta con sé ricadute anche sull’arretrato della riscossione. Ci sono infatti circa 130 milioni di cartelle, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivo che compongono il magazzino residuo ancora da recuperare.

Secondo Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle entrate, i contribuenti con debiti residui da riscuotere sono complessivamente circa 17,9 milioni, di cui 3 milioni sono persone giuridiche (società, fondazioni, enti, associazioni, eccetera) e i restanti 14,9 milioni rappresentati da persone fisiche, di cui quasi 2,5 milioni con una attività economica (artigiani e partite Iva).

Ma non basta. Per Ruffini sono circa 220 milioni i singoli crediti ancora non riscossi per un valore di 987 miliardi di euro. Più nel dettaglio, scrive il Sole 24 Ore, sono 859mila i singoli crediti oltre 100 mila euro (lo 0,4% dei 220 milioni di crediti totali) che corrispondono a 626 miliardi di euro dei 987 miliardi di euro complessivi da riscuotere (il 63% dei carichi residui). Sono, invece, 47,5 milioni i crediti con un importo residuo tra mille euro e 100mila euro che corrispondono a 305 miliardi di euro di carico residuo. Infine sono 171 milioni i singoli crediti sotto i mille euro che corrispondono al 5,6% del carico residuo (55 miliardi di euro).

Ma non spaventatevi. Non deve essere saldato tutto e subito. "Per la notifica delle cartelle ci sarà una ripresa progressiva", parola del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Qualcosa in grado di diluire e smaltire tutti gli arretrati nei mesi a venire. Ma attenzione perché riprenderà anche l’attività ordinaria che normalmente viene svolta. Altro nodo dolente.

Lo Stato deve centrare l’obiettivo di recupero di 6,4 miliardi, di cui 2,4 dalle sanatorie (rottamazioni e saldo e tralcio). "Peraltro - spiega Ruffini - l’obiettivo non tiene conto dell’ulteriore riduzione della previsione di incassi attesi a 6,2 miliardi di euro previsto dal dl Agosto, che aveva esteso la moratoria fino al 15 ottobre".

Ruffini, di fronte al Parlamento, ha poi segnalato che l’Agenzia delle entrate sta lavorando sulla cessione dei crediti per implementare il proprio portale e consentire un riscontro ai soggetti interessati sul proprio cassetto fiscale. Una misura che potrebbe venire alla luce nei prossimi mesi. Sperando che l’Italia non si trovi davanti a un nuovo lockdown da coronavirus. In quel caso le cose potrebbero complicarsi.

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