Google finisce nel mirino Antitrust

"Abuso di posizione dominante". La replica: "I dati sono fruibili"

Google finisce nel mirino Antitrust

Una tegola si abbatte su Google: l'Autorità per la concorrenza ed il mercato annuncia di aver messo sotto la lente il comportamento della società relativamente all'utilizzo dei dati personali degli utenti che - questa è l'accusa - non potrebbero essere usati dalle altre piattaforme né dagli stessi utenti. L'Antitrust ipotizza così l'abuso della posizione dominante in violazione dell'articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione europea.

Pronta la difesa della società: «Da quasi 10 anni Google offre alle persone la possibilità di estrarre e trasferire i propri dati. Sono strumenti pensati per aiutare le persone a gestire le proprie informazioni personali e non per permettere ad altre aziende o intermediari di accedere a più dati da vendere. Questo significherebbe mettere a rischio la privacy delle persone, oltre che a incoraggiare attività fraudolente».

Per l'Autorità guidata da Roberto Rustichelli il gruppo Alphabet/Google detiene una posizione dominante in diversi mercati che consentono di acquisire grandi quantità di dati attraverso i servizi erogati (Gmail, Google Maps, Android) e nel 2021 ha realizzato un fatturato di 257,6 miliardi di dollari. Nello specifico Google avrebbe ostacolato l'interoperabilità nella condivisione dei dati presenti nella propria piattaforma con altre piattaforme, in particolare con l'APP Weople, gestita da Hoda, un operatore attivo in Italia che ha sviluppato una banca di investimento dati.

Secondo l'Autorità, il comportamento di Google è in grado di comprimere il diritto alla portabilità dei dati personali e di limitare i benefici che i consumatori potrebbero trarre dalla valorizzazione dei loro dati. La condotta contestata determina una restrizione della concorrenza perché limita la capacità degli operatori alternativi a Google di sviluppare forme innovative di utilizzo dei dati personali.

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