nostro inviato a Cologno Monzese
«O noi o loro. O i nostri - e per nostri intendo italiani - autori, registi, produttori, o i loro». Dal palco dell'assemblea dei soci Mediaset, parte l'attacco durissimo di Fedele Confalonieri contro il «neocolonialismo» dei colossi multimediali; Google, Facebook e Amazon «generano ricavi e utili in Italia, ma non pagano qui le tasse» e «fanno gli editori con i contenuti degli altri». «Pensiamo - afferma il presidente di Mediaset - che non rispettino le leggi della proprietà intellettuale che invece a noi televisivi vengono, giustamente, applicate con rigore»: il mercato italiano «è per loro una ricca miniera da sfruttare», aggiunge, citando «la sfortunata vicenda della web tax. L'obiettivo era giusto: colpire forme moderne, ma non per questo meno odiose, di evasione».
Questo lo scenario in cui si inquadrano i risultati di Mediaset (+3,18% in Borsa), tornata in attivo nel 2013 con circa 9 milioni di utile, che si prepara a una stagione di investimenti. Nel core business, perché tutto parte dai contenuti, ma anche nel digitale a pagamento, dove si continua a lavorare alla newco basata sull'integrazione delle attività pay italiane e spagnole - Premium e Digital Plus - in un'unica struttura. Obiettivo, concludere l'operazione entro il primo semestre: «Dipende anche dagli altri soci ma spero di sì», afferma Pier Silvio Berlusconi. Che su Premium sferra un calcio ai rumors: «Non è in vendita», assicura il vicepresidente di Mediaset: «Noi vogliamo sviluppare il nostro progetto industriale, la partita è aperta». L'interesse da parte dei grandi gruppi internazionali c'è ma «non abbiamo firmato - precisa - alcun accordo vincolante». Un fatto è certo: «Chi vuol far crescere una pay tv deve passare da noi, qui e in Spagna», afferma Pier Silvio Berlusconi. E aggiunge: «Per noi il valore di Premium non solo è vicino ma è superiore alle valutazioni più ampie» fatte recentemente dagli analisti finanziari, tra cui le stime più elevate raggiungevano gli 800 milioni di euro.
Un altro mercato strategico è quello delle torri di comunicazione, dove Mediaset è presente con la controllata Ei Towers, ed è pronta a valutare operazioni di consolidamento e sinergie. Un oggetto di interesse potrebbero essere le torri di Telecom, che a breve saranno sul mercato: «L'attività di Ei Towers è molto solida e vogliamo svilupparla al meglio: le possibilità di sviluppo in Italia sono quelle», dice Pier Silvio Berlusconi. «Anche la recente cessione del 25% di Ei Towers - aggiunge - va nella direzione dello sviluppo».
Ciò che ancora stenta davvero a riprendersi è la raccolta pubblicitaria: «Noi ci stiamo avvicinando al pareggio nei primi quattro mesi dell'anno - spiega Giuliano Adreani - in un mercato nel complesso negativo».
Quanto alle stime sul futuro, «il 2014 si presenta ancora come un anno difficile, ma la sensazione è che possa essere migliore del 2013 - afferma l'ad di Mediaset e numero uno di Publitalia -. Ci sono settori dove si vede una leggera ripresa, come l'alimentare e l'auto, il cui mercato è tornato a crescere».
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