Autonomia, la riforma liberale

L'autonomia differenziata fa appello al senso di responsabilità delle Regioni

Autonomia, la riforma liberale
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Riformare è un verbo indigesto dalle nostre parti. La politica che prova a dargli cittadinanza si scontra con la pratica inossidabile del non toccar nulla. E così anche quando si è provato con qualche timido passo in avanti nel tentativo di rendere un minimo più efficiente il sistema Paese nei fatti tutto è rimasto come prima. Intendiamoci, a parole tutti si fanno belli con il richiamare l'attenzione sulla necessità di avviare serie e dunque strutturali riforme ma poi, per l'appunto, quelle espressioni si disperdono nell'aria.

Adesso che si è fatto ritorno dalle ferie è riesplosa la polemica su un tentativo di riforma strutturale, quello sull'autonomia differenziata, disegno di legge entrato in vigore il 13 luglio. Come al solito non si entra nel merito della partita e allora la si bolla una volta per tutte per quel che non è: una riforma che vuole spaccare l'unità del Paese. Certo essa è certamente una riforma che «spacca». Nel senso che prova a dare un taglio alla logica del centralismo «immobile». Dello statalismo che tutto intende dirigere secondo criteri fallaci, economicamente da brividi. E purtroppo lo sappiamo molto bene. L' autonomia differenziata è una riforma strutturale che punta sul senso di responsabilità delle regioni (e anche la parola responsabilità è, ahinoi, poco in auge). Tifa per un federalismo solidale alla ricerca di quell'equilibrio efficiente ed efficace che tutto lo Stivale invoca da sempre. Ovviamente interviene assicurando a tutti i livelli essenziali delle prestazioni (in sigla: Lep) e così salvaguardando, con una necessaria accelerazione ciò che oggi non c'è, l'effettiva solidarietà nazionale. La logica centralista la disattende in nome di pilastri ideologici fuori dal tempo.

Il centralismo è per definizione antiriformista. E perciò contro l'affrancamento virtuoso delle regioni. La riforma dell'autonomia differenziata è un programma strategico e meritocratico di stampo liberale. Non perdiamo anche questa sfida.

www.pompeolocatelli.it

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