Ilva, si va verso un'assegnazione lampo. L'offerta di Baku ora all'esame dei legali

Dal gruppo azero 1 miliardo sul piatto. Ridotti gli esuberi

Ilva, si va verso un'assegnazione lampo. L'offerta di Baku ora all'esame dei legali
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Assegnazione e passaggio di consegne lampo per l'ex Ilva di Taranto. Come da previsioni, nella fase dei rilanci (scaduta venerdì sera a mezzanotte) hanno migliorato la propria offerta per rilevare il polo siderurgico pugliese gli azeri di Baku Steel con l'Azerbaijan Investment Company Ojsc e gli indiani di Jindal Steel. Gli americani di Bedrock invece sono rimasti fermi. Ad annunciarlo, con un comunicato ufficiale, i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia che «si riservano alcuni giorni per valutare attentamente le proposte ricevute e formulare il proprio parere, che sarà trasmesso al ministero delle Imprese e del Made in Italy». Ministero che ieri è intervenuto sul tema spiegando che «gli obiettivi, sono la transizione green, la tenuta dei livelli occupazionali, gli investimenti tecnologici e finanziari necessari, e quello che serve per fare di Taranto nuovamente il più grande impianto siderurgico e il più avanzato della nostra Unione Europea», ha spiegato il ministro Adolfo Urso.

Tuttavia, secondo quanto risulta a il Giornale, la distanza tra le due offerte è tale che il passaggio di consegne agli azeri di Baku Steel pare scontato e sarà anche rapido. L'offerta azera oltre a portare in dote il gas necessario a produrre a basso costo, è più alta (in area 1 miliardo) e con meno esuberi. «Da esaminare sono ancora alcuni aspetti legali emersi con la nuova offerta», spiega una fonte chiarendo che «non è prevista, né richiesta alcuna manleva legale».

I sindacati potrebbero essere convocati quindi tra la fine della prossima settimana e quella dopo (dal 20 al 28 febbraio) e il passaggio di consegne completo con l'insediamento operativo del nuovo proprietario potrebbe compiersi già entro il primo semestre dell'anno. Il che sarebbe un record visto come andò la precedente privatizzazione che consegnò Taranto ad Arcelor Mittal.

La partita sarebbe dunque tutta in discesa perché anche sul fronte occupazionale i favoriti azeri avevano già ridotto al minimo gli esuberi: saranno mantenute 8mila unità rispetto alle 9.773 dell'organico totale in carico alla fine di gennaio di quest'anno.

In attesa del verdetto, ieri la Fim Cisl ha tuttavia chiarito che «si discuterà del gruppo nella sua interezza e che per noi nessun lavoratore, compresi i 1.600 di Ilva in amministrazione straordinaria, deve essere lasciato indietro».

Sarà fondamentale - aggiunge - esaminare il percorso per cui arrivare a una decarbonizzazione e non accetteremo esclusioni di pezzi della filiera». Di fatto, non è escluso che dopo l'assegnazione ci siano accordi con i soggetti italiani per cedere piccoli stabilimenti o anche linee di produzione del gruppo.

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