Le imprese italiane stanno vivendo un periodo di grave crisi che rischia di far fermare la loro produzione. Tra le motivazioni non c'è solo l'aumento dei contagi dovuto alla variante Omicron che tiene sempre più lavoratori in quarantena o isolamento a casa. Ma anche la mancanza delle materie prime, i prezzi alle stelle di elettricità e gas e ovviamente il super green pass.
Quest'ultima misura sul tavolo del governo prevede che per andare a lavorare non basta più il tampone. Ciò significa però mettere in difficoltà aziende e imprese che si trovano a dover cercare sostituti tra manodopera introvabile e operai con qualifiche inadatte. Nessuno tra questi contesta, data la situazione, il super green pass. Al contrario, tutte le associazioni di categoria si dicono a favore. Alcuni però restano dubbiosi. Molti invocano, in primis i sindacati, l'obbligo vaccinale da estendere per tutti gli italiani. "Non si può spegnere la ripresa", afferma Confindustria. Le situazioni però sono differenti da Nord a Sud, tra imprese grandi e piccole.
Il Nord
Il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, ha dichiarato che l'obbligo vaccinale è la soluzione migliore per lavorare in quanto garantisce di farlo in massima sicurezza. Non si dice perciò minimamente intimorito per i possibili problemi che potrebbe dare il super green pass. "Ci crea molta più preoccupazione la scarsità di materie prime e l’aumento di energia e gas", spiega sempre Gay.
Meno fiducioso il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari il quale invece spiega che dal 10 gennaio ci saranno problemi di produzione non irrilevanti. Questo perché oltre alle materie prime scarse, i prezzi energetici alle stelle e la carenza di manodopera qualificata si aggiungono due problematiche: l'alto numero di lavoratori positivi o in quarantena e il Super Green Pass. "I No vax sono un numero abbastanza limitato, ma non sarà facile trovare sostituti altrettanto specializzati. Piuttosto temiamo l’alto numero di persone che dovranno confinarsi e i tempi lunghi per avere certificazioni e tamponi per tornare a lavorare", afferma Ferrari. E aggiunge: "Il caos sta aumentando. E in alcune linee di produzione se mancano due persone fondamentali, si blocca tutto. Nel manifatturiero avremo inevitabili problemi di riduzione di organico, visto che lo smart working è impraticabile".
Il Sud
Antonio Ferraioli, presidente di Confindustria Salerno, si dice favorevole all'obbligo vaccinale. "Nella mia azienda i no vax sono l’1% e anche nelle imprese del territorio la percentuale è comunque bassa - dichiara - quelle piccole avranno certo più problemi a coprire il personale privo di Pass. Ma sono convinto che l’obbligo della certificazione rafforzata abbatterà lo zoccolo duro dei contrari e spingerà i lavoratori ancora dubbiosi a vaccinarsi".
Ancora più fermo sul vaccino è Sergio Fontana, presidente Confindustria Puglia il quale afferma che i lavoratori hanno il diritto di lavorare "in un posto serio e sicuro" e l'unica arma vincente è "il vaccino". Per questo il Pass "è una manna dal cielo".
Confimprese e Confesercenti
Le assenze sono un problema già da ora a causa della crescita esponenziale dei contagi. Per questo Mario Resca, presidente Confimprese, è dell'idea che il super pass andasse fatto partire prima. "Il governo Draghi aveva iniziato bene a gestire la fase della pandemia con l’arrivo dei vaccini. Poi però è rimasto ostaggio della politica e dei partiti e ora la situazione sembra davvero fuori controllo", dichiara Resca. E aggiunge: "L’obbligo vaccinale è l’unica strada per non bloccare l’economia. Noi del retail abbiamo bisogno dei lavoratori in presenza. Per questo chiediamo al governo di essere impopolare e di decidersi per l’obbligo".
Anche Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, si dice favorevole al super green pass se serve per mantenere le attività aperte. Allo stesso tempo però spiega che non si tratterà di una mossa indolore e che avrà un impatto sull'organizzazione del lavoro. "Per questo chiediamo al governo di trovare soluzioni semplificate, perché il boom di quarantene ha già svuotato gli organici. Un provvedimento ancora più restrittivo potrebbe rendere la situazione complessa e difficile da gestire".
Artigiani, cooperative e trasporti
Anche Marco Granelli, presidente di Confartigianato, è favorevole all'obbligo vaccinale (più che all'introduzione del pass rafforzato). Questo perché potrebbe essere una decisione che va a penalizzare le piccole imprese che utilizzano marginalmente lo smart working e soffrono la difficoltà di reperimento di manodopera.
Allo stesso tempo si tratta di una scelta di "responsabilità ineludibile". Per questo "chiediamo di vigilare per evitare disparità e discriminazioni tra lavoratori italiani e stranieri soprattutto nell’autotrasporto e nelle attività transfrontaliere".
Nettamente più critico sul super green pass è Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, in quanto la ritiene "una mezza misura" per questo "è necessario l'obbligo vaccinale per tutti".
Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto, insiste anche
lui affinché non si apra la strada per una disparità tra lavoratori italiani e stranieri. "Chi entra in Italia deve produrre il certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione, la regola deve valere per tutti”.
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