Italgas parte dalla Grecia per la sfida multinazionale

L'ad Gallo: "Per vincere la gara valuteremo se esistono opportunità di aggregazioni industriali e finanziarie"

Italgas parte dalla Grecia per la sfida multinazionale

Il 2021 potrebbe essere l'anno della svolta internazionale per Italgas. La società - controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti con il 26% - che si occupa di distribuire il gas nelle case e nelle aziende italiane, è in corsa per mettere le mani sul metano greco. Nel mirino, l'ellenica Depa per la quale Italgas ha già superato una prima fase della gara. Al rush finale sono rimasti in 7: Shell Gas, Met Holding, Gek Terna, Mytilinaios, Cg Gas, il consorzio composto da Motor Oil Hellas Corinth Refineries e Ppc ed Edison International Holding in tandem con l'Hellenic Petroleum.

Per Italgas si tratta di una sfida importante che potrebbe dare il la allo sviluppo oltre confine. «Per questo, nelle prossime settimane - spiega al Giornale l'amministratore delegato Paolo Gallo - valuteremo, in funzione delle regole, l'opportunità di aggregarci sia con operatori industriali, sia finanziari che hanno già manifestato interesse con l'obiettivo di essere più competitivi nella gara». La tempistica è legata alla situazione del Covid19, ma le previsioni, a bocce ferme, sono per i primi mesi del 2021, dopo essere passati per la fase delle offerte vincolanti.

Nel dettaglio, Depa Infrastructure possiede il 100% di Eda Attikis (la rete dell'Attica), il 100% di Deda (che dovrebbe sviluppare la distribuzione nel resto della Grecia) e il 51% di Eda Thess (l'azienda che gestisce la distribuzione nella Tessaglia, detenuta per il 49% da Eni).

Una possibilità di crescita per Italgas che arriva in un momento molto positivo per il gruppo che ha dribblato in pieno l'emergenza Covid chiudendo il primo semestre con ricavi in crescita del 6,1% a 646,8 milioni. Il margine operativo lordo è salito del 6,6% a 462,7 milioni, mentre l'utile netto è sceso del 7,7% a 153,4 milioni. In crescita anche gli investimenti tecnici, saliti del 16,3% a 369,5 milioni.

Bene anche il titolo che, dalla quotazione (7 novembre 2016), è passato da 4,06 euro agli attuali 5,50 euro.

Merito della digitalizzazione del business, iniziata già nel 2016, che ha permesso al gruppo di continuare da remoto l'attività anche durante il lockdown, non intaccando, dunque, la propria operatività. Tra gli assi nella manica del gruppo ci sono diverse tecnologie proprietarie, sviluppate e realizzate in house nella Digital Factory, come WorkOnSite, l'applicazione che grazie all'intelligenza artificiale e all'operatività da remoto ha reso estremamente efficiente il processo di verifica della conformità dei cantieri e dei lavori.

Focus, quello digitale, sul quale Italgas continua a investire e a cui sono dedicati gran parte dei 370 milioni di investimenti a piano. Una strategia che si concentra sulla crescita nel Paese grazie alle gare gas che, seppur lentamente, stanno permettendo al gruppo di conquistare quote di mercato e aree di business.

Il focus, al momento, è sulla Sardegna dove il metano sull'isola è finalmente diventato realtà con il primo gas naturale distribuito ad Alghero i primi di agosto e dove sono già 10 i km di rete messi in esercizio. Contestualmente, con l'invio delle comunicazioni alle amministrazioni coinvolte, sono iniziate anche le attività tecniche per la conversione al metano delle reti di distribuzione di 36 Comuni alimentati con Gpl. Il piano delle conversioni prevede il completamento delle attività tra il 2020 e la prima metà del 2021. «La Sardegna dice ancora Gallo - è l'esempio più efficace della nostra capacità di innovare e realizzare investimenti in tempi brevi.

Abbiamo completato il 65% dei 1.100 chilometri di rete complessiva e dopo Alghero un numero crescente di persone potranno usufruire degli importanti benefici che il metano garantisce, a cominciare dai risparmi in bolletta fino al 30 per cento».

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