Passeggiate milanesi della politica

Tra l'universo delle pmi - che rappresenta anche l'ossatura del mercato vitivinicolo come di quello del mobile e del design e la politica non vi è concreta collaborazione

Passeggiate milanesi della politica
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A Verona con Vinitaly e a Milano con il Salone del Mobile hanno esposto tra le migliori espressioni del made in Italy. Applausi meritati. Mentre, come d'abitudine, negli stand delle due manifestazioni i volti della politica non hanno mancato di fare passerella. Aspetto ben poco edificante di un'italica tradizione. Come se i successi delle eccellenze italiane dovessero qualcosa a una visione industriale del decisore politico di turno. La storia, purtroppo, racconta altro: tra l'universo delle pmi - che rappresenta anche l'ossatura del mercato vitivinicolo come di quello del mobile e del design e la politica non vi è concreta collaborazione.

La mancata relazione è tutta dalla parte di chi dovrebbe impegnarsi per favorire la nostra imprenditoria più diffusa con interventi industriali strategici e di lungo respiro. Certo, nei convegni c'è sempre il momento delle buone intenzioni. E così è successo anche a Verona e a Milano. Mai come adesso, con la guerra commerciale avviata da Trump con il clamoroso incremento dei dazi e annesso stand by per l'Ue, occorrerebbe qualche segnale virtuoso di sostegno all'attività delle pmi; che, proprio in quanto rappresentanti dell'eccellenza del made in Italy nel mondo, hanno nell'export costruito negli anni una voce di fatturato significativa. Ho letto di possibili incentivi governativi per aiutare le imprese italiane a continuare ad andare all'estero con i propri prodotti. Bene. Ma la politica degli incentivi come risposta alle emergenze, non risolve il problema di fondo: l'atavica assenza di un impegno industriale per le pmi. In questa direzione va letta un'osservazione preoccupata di Paolo Barletta, imprenditore nel settore dell'hotellerie e treni di lusso.

L'Italia, ha spiegato, convive con il «dazio Paese» che obbliga le imprese, non da oggi, a operare in una situazione penalizzante dal punto di vista competitivo. Allora, aggiungo io: il decisore pubblico intervenga nel merito di questo deficit strutturale. Attivando finalmente investimenti strategici e non solo tipiche misure tampone.

www.pompeolocatelli.it

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