La conferma ufficiale arriverà entro la fine del mese direttamente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze: in vista del 2021 non ci sarà alcun aumento delle pensioni.
La speranza di assistere a un incremento dei trattamenti pensionistici è evaporata come neve al sole. Le notizie che arrivano dall'Istat, infatti, non promettono niente di buono. I dati anticipati parlano di un tasso di rivalutazione degli assegni previdenziali per il prossimo anno che dovrebbe essere pari allo 0,0%.
Aumento bloccato
Come ha sottolineato il portale quifinanza.it, nel caso in cui il tasso di sostituzione dovesse tagliare le pensioni future, scatterebbe inevitabilmente il blocco relativo all'aumento Istat riguardante il 2021 per i trattamenti attualmente in essere. Detto altrimenti: a gennaio erano previsti aumenti proporzionali all'inflazione rilevata dall'Istituto di statistica nazionale. Ma le previsioni non sono affatto rosee.
Funziona così: a dicembre, come ogni anno, il governo determina il valore degli aumenti delle pensioni in relazione all'inflazione rilevata dall'Istat. Dopo di che l'esecutivo inserisce l'eventuale incremento (provvisorio) nella legge di Bilancio che influirà sugli assegni inerenti all'anno successivo. Per il 2021 ci si aspettava un aumento pari allo 0,40% (0,16% per le pensioni superiori di quattro volte al trattamento minimo). Ebbene, il citato tasso di rivalutazione degli assegni pensionistici per il 2021 potrebbe essere pari allo 0,0%. Dunque, niente aumento di alcun tipo.
Il concetto di perequazione
Per capire il perché bisogna spiegare il concetto di perequazione, ovvero quello strumento necessario per mantenere invariato il potere d'acquisto. Gli aumenti non devono essere considerati incrementi della retribuzione, bensì una sorta di tutela dal rischio inflazione. In altre parole, senza perequazione le pensioni perderebbero valore anno dopo anno.
Da questo punto di vista il sistema di calcolo prevede per legge una rivalutazione del 100% dell'inflazione per gli assegni pensionistici fino al quadruplo del trattamento minimo. Va da sé che la rivalutazione scenderà di pari passo con l'aumentare dell'assegno. In ogni caso, la perequazione viene calcolata sulla base dell'indice Istat, dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. L'indice provvisorio si trasforma poi in indice di variazione definitiva da conguagliare all'inizio di ogni anno.
L'unica consolazione
per i pensionati italiani arriva dalla conferma della tredicesima mensilità anche per il mese di dicembre 2020. Infine bisogna segnalare che i pensionati vedranno conteggiato sul proprio cedolino anche il bonus di 155 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.