Manovra, spunta una Robin tax per concessionari pubblici

Potrebbe essere introdotto un aumento dell'Ires del 2%. Colpite le società che gestiscono autostrade, porti, aeroporti e servizi di radio e tv

Manovra, spunta una Robin tax per concessionari pubblici

Tra i correttivi da applicare alla Manovra spunta una Robin tax per i concessionari dei servizi pubblici. È questa una delle ipotesi, che sarebbe emersa durante lo studio di maggioranza e di Governo della Manovra.

Alcuni quotidiani, tra cui il Sole 24 ore, hanno anticipato la possibilità che venga inserito un aumento del 2% di Ires, a carico di tutti i gestori, che effettuano concessioni pubbliche. Si tratta della società che gestiscono autostrade, porti, ferrovie, aeroporti e servizi di telefonia, radio e televisione. In questo modo, l'aliquota passerebbe dal 24 al 26%.

Al momento, il disegno dei legge di bilancio prevede un ammortamento finanziario all'1% di beni gratuitamente devolvibili per le imprese concessionarie di gestione autostradale e trafori. Il riferimento è ai concessionari autostradali, ma nella Robin tax potrebbero finire anche porti, ferrovie e altri servizi. Secondo Milano Finanza, la misura durerebbe solamente per 3 anni.

Equita, il gruppo specializzato in consulenze finanziarie ha osservato, come riportato da Milano Finanza, che "considerando il gettito previsto di 340 milioni di euro per il 2020 e 170 milioni a regime, l'applicazione al 2% dovrebbero coinvolgere una base imponibile di 8,5 miliardi che suggerirebbe un ambito di applicazione molto più ampio delle concessionarie autostradali. Da verificare quindi i settori coinvolti". Nonostante l'impatto non dovrebbe essere distruttivo, se l'aumento dell'Ires verrebbe aumentato al 2%, sarebbe comunque "negativo in termini di percezione del rischio Paese.

La Robin Tax, applicata in passato al settore energetico, è già stata dichiarata incostituzionale nel 2018, e riteniamo che l'ipotesi di reintroduzione possa avere estremi di inapplicabilità".

La novità, che per il momento resta solo un'ipotesi, potrebbe prendere forma in un emendamento alla legge di bilancio. Ma per il momento, no c'è ancora nulla di certo.

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