Mattarella: "Pmi argine al declino"

Il presidente: "Fanno il 70% dei ricavi". Il viceministro Leo: "Dal concordato 2,5 miliardi"

Mattarella: "Pmi argine al declino"
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Liberista? Sì. «Lo spirito di iniziativa è incoraggiato da istituzioni non invasive e poteri non accentrati. I cittadini non sono sudditi». Pacificatore? Pure. «La conflittualità politica ostacola l'economia e lo sviluppo», ma su questo punto, ammette Sergio Mattarella, c'è ancora parecchio da lavorare. «Il dialogo non è fastidio, insieme all'ascolto è lo strumento che ha consentito al Paese di progredire, è l'attuarsi di una democrazia», eppure talvolta «si colgono spinte a considerare un valore la rottura e lo scontro, quasi che il progresso non passi attraverso la coesione». Uno richiamo contro i pericolosi slogan di Maurizio Landini? E meno male che l'Italia ha «una solida spina dorsale» di pmi, che insieme raggiungono il 70% del fatturato totale, «rafforzano la società» e sono «sintomo della vitalità del territorio». Durante la pandemia, «che cosa sarebbe accaduto senza le Pmi?».

Il capo dello Stato parla all'assemblea della Confesercenti e ne elogia il ruolo «socialmente connettivo». La situazione tuttavia è difficile, come spiega la presidente dell'associazione Patrizia De Luise. «Nel corso del 2024 sono spariti 3,2 miliardi di consumi, nell'arco di dieci anni sono scomparsi 140mila negozi e, con il crollo delle nascite, le nuove aperture si sono più che dimezzate». E denuncia «il Far West del web», con le «enormi distorsioni nella concorrenza tra i giganti della rete e le imprese di vicinato». E ora che arriva il black friday, con sconti fuori delle norme, «si rischia di prosciugare il Natale dei negozi». Secondo alcune stime, sei regali su dieci da mettere sotto l'albero verranno comprati attraverso i canali delle multinazionali. Problemi seri anche nei settore turistico. Ne va di mezzo «la qualità della vita»: per la De Luise sono necessari «investimenti e detassazioni per fronteggiare la desertificazione commerciale». Servono «un progetto comune e una politica meno conflittuale». Il taglio del cuneo non basta.

Maurizio Leo, viceministro dell'Economia, assicura l'impegno del governo «a sostenere il ceto medio, riducendo la pressione tributaria» anche attraverso la riapertura dei termini del concordato preventivo biennale, «che non è un condono» ma un «meccanismo trasparente». L'esecutivo punta a raccogliere almeno 2,5 miliardi per andare avanti sul taglio dell'Irpef. L'idea è di aiutare i redditi entro 50-60mila euro che pagano fino al 43 per cento di aliquota.

Tempi difficili, «comunque la Repubblica vi è riconoscente», dice Mattarella. L'economia italiana «si regge sulla vostra forza, abbiamo superato serie difficoltà grazie al vostro coraggio», siete «un potente fattore di sicurezza, di integrazione degli immigrati e di contrasto all'illegalità», dai falsi al lavoro in nero.

«Il ruolo dei corpi intermedi, la concertazione tra le parti sociali consentono di raggiungere l'equilibrio e costruire il futuro». Tutto ciò, ripete, nel dialogo, «che non è un rito o un inciampo ma la vita di un popolo».

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