«Noi vogliamo che l'operazione tra Vivendi e Mediaset sia chiara, ma ci pare che questa vicenda di chiaro abbia poco», ha detto il ministro delle infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio. Ricordando che «Mediaset è una grande azienda italiana e vogliamo assicurarci che tutto si svolga secondo le regole. Il fatto che sia di Berlusconi di mezzo comunque non ha rilevanza».
In effetti la strategia di Vivendi è alquanto nebulosa. Il colosso francese, arrivato al 30% del capitale di Mediaset, può perseguire due strade: lanciare un'opa (ostile) sulla società italiana oppure attrarre nella sua orbita altri azionisti Mediaset. Tra questi, ci sono alcuni fondi e soprattutto Lazard, francese come Vivendi, che ha il 5% del capitale.
La prima ipotesi non è facile visti i paletti posti dalla legge Gasparri nel 2004. Nei giorni scorsi l'Agcom ha infatti ricordato che potrebbero essere vietate operazioni volte a concentrare il controllo di Telecom Italia, di cui il gruppo di Vincent Bolloré è primo azionista con il 24,6%, e Mediaset. Secondo la legge anticoncentrazione le imprese di comunicazione che detengono nel mercato italiano una quota superiore al 40% non possono acquisire ricavi superiori al 10% del Sic (tv, radio, editoria). E Telecom, ha spiegato il Garante, detiene il 44,7% della quota di mercato delle tlc mentre Mediaset ha il 13,3% del Sistema Integrato delle Comunicazioni.
Anche nella seconda ipotesi il risultato sarebbe disastroso visto che imporre consiglieri nel cda di Mediaset porterebbe a una paralisi dell'attività della società italiana. Ovviamente non sarebbe questa la soluzione più gradita a Vivendi che comunque in Mediaset ha investito 1,3 miliardi di euro per il 30 per cento. Certo è che i francesi stanno lavorando alla loro strategia di produzione di contenuti per l'Europa anche con Tim, ossia Telecom. La società di tlc guidata da Flavio Cattaneo ha inaugurato infatti un nuovo corso che dovrebbe vederla produttrice di contenuti tv da diffondere tramite le sue reti fisse e mobili. Mentre in Francia Canal Plus, ossia la pay tv di Vivendi, potrebbe essere acquisita in tutto o in parte da Orange. In questo modo si creerebbe un grande polo per i contenuti che verrebbero prodotti e diffusi tramite banda ultralarga fissa e mobile in Francia e in Italia. E ieri Vodafone ha annunciato il lancio, anche nel nostro paese della sua Vodafone Tv, che ha stretto accordi con Sky e con Netflix. Sempre per i contenuti.
Insomma, la sfida tra i giganti delle tlc passa dalla capacità di fidelizzare la clientela della telefonia
fissa e mobile promettendo contenuti tv di qualità. Una missione complicata ma forse inevitabile per le società di broadcast per proteggersi dallo sbarco in forze di giganti del web entertainement come Netflix e Amazon.MC
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