Mps, Jp Morgan indagata per illecito amministrativo

Secondo i magistrati titolari dell'inchiesta anche la banca d'affari sarebbe coinvolta nell'operazione di acquisizione di Antonveneta

Mps, Jp Morgan indagata per illecito amministrativo

Per completezza di informazione si precisa che, con riferimento alla posizione del Dott. Marco Morelli all'interno della vicenda giudiziaria cui fa riferimento l'articolo, in data 13 dicembre 2013 il competente Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero, ha disposto l'archiviazione delle indagini a carico del medesimo.

Nuovi sviluppi sull'inchiesta della Procura di Siena sul Monte dei Paschi. Anche Jp Morgan è indagata: i magistrati, infatti, hanno inviato alla banca d'affari l’avviso di conclusione delle indagini. Jp Morgan aveva concesso a Mps il "Fresh" da un miliardo che, secondo la tesi accusatoria, sarebbe un prestito. L'illecito amministrativo deriverebbe dalla mancata comunicazione in relazione all'emissione di titoli Fresh.

"L’indemnity a cui si fa riferimento - sottolinea il gruppo americano - che è stata efficace solo pochi giorni, non è mai stata azionata e non ha determinato alcun vantaggio per Jp
Morgan o per i suoi dipendenti". La banca d'affari fa riferimento all'indennità da eventuali perdite e passività nel prestito Fresh di Mps. "Riteniamo che Jp Morgan e i suoi dipendenti abbiano agito in modo del tutto corretto e appropriato. Difenderemo con forza il nostro operato", conclude la banca statunitense

Le eventuali richieste di rinvio a giudizio, per tutti o per una parte degli indagati nell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps, potrebbero essere inoltrate nel mese di settembre. Dopo sarà il gup a fissare la data dell’udienza preliminare, probabilmente entro il mese di dicembre.

False comunicazioni sociali a soci e creditori. È uno dei reati contestati all’ex presidente di Banca Mps, Giuseppe Mussari, all’ex dg Antonio Vigni e a Daniele Pirondini, responsabile delle scritture contabili della banca senese. Secondo le accuse formulate, "nell’ambito del programma di finanziamento ideato per il reperimento delle risorse finanziarie" per acquisire banca Antoveneta "partecipavano e contribuivano alla predisposizione della cosiddetta operazione Fresh 2008, diffondendo al mercato notizie false idonee a determinare una sensibile alterazione del prezzo dell’azione ordinaria". L’operazione veniva rappresentata come "uno strumento di capitale in luogo di
strumento di debito, nel bilancio 2008". Ma secondo l’accusa il Fresh era un prestito di un miliardo ottenuto da Jp Morgan.

Vigni, Mussari e Pirondini sono indagati anche per falso in prospetto (ne risponde anche Giovanni Rizzi) e concorso in manipolazione

del mercato. Per l’ex dg Vigni c'è anche l’accusa di ostacolo alla vigilanza, in concorso, con Marco Morelli, Fabrizio Rossi e Tommaso Di Tanno, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabbretti, ex componenti del collegio sindacale.

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