Con la nuova direttiva europea relativa al codice delle Comunicazioni elettroniche si prevedono importanti rincari nei costi delle offerte di telefonia mobile e fissa. L'argomento sarà affrontato giovedì prossimo dal Parlamento, tuttavia pare già evidente che per i consumatori il tutto si tradurrà in un aumento dei prezzi, soprattutto per quanto riguarda il canone mensile relativo all'acquisto di modem o smartphone. Secondo il testo in esame, infatti, i contratti di telefonia, mobile e fissa, non potranno avere una durata superiore ad un anno (fino ad oggi il limite è stato invece di 24 mesi).
Con scadenze così rigide e tempi tanto ridotti, il rischio è che quelle offerte delle compagnie che oltre a riguardare telefonate e connessione internet includono anche la concessione di modem, smartphone ed altri dispositivi possano salire vertiginosamente. È stato dunque richiesto di lasciare invariato a 24 mesi il limite di scandenza, o di lasciare almeno facoltà di decisione al consumatore.
Investimenti a rischio
Altro problema sottoposto alla Camera è quello relativo al rischio per gli investimenti messi a disposizione per la cosiddetta transizione digitale. Investimenti in parte finanziati anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In alcuni passaggi del provvedomento, infatti, si parla di un aumento dei diritti amministrativi, così come dei contributi, per l'utilizzo di determinate frequenze. Secondo quanto riferito da Il Messaggero, si prevede un aumento di almeno il 50% rispetto alla situazione odierna, che porterà ad un aggravio di circa 100 milioni di euro.
Un settore penalizzato
Una sonora batosta per il mondo delle telecomunicazioni. Stando alle stime effettuate da alcuni operatori del settore, in soli tre anni si potrebbe addirittura arrivare ad una riduzione dell'8% della forza lavoro: circa 8 mila impiegati rischieranno di essere tagliati fuori. Come se ciò non bastasse, la direttiva europea incrementerebbe il potere sanzionatorio delle autorità nei confronti delle varie imprese, con multe addirittura quadruplicate che potranno arrivare anche ad un 5% del fatturato.
Poca chiarezza per quanto riguarda le violazioni che farebbero scattare la sanzione.
Dal momento che i casi non vengono specificati, la norma lascia fin troppa possibilità di interpretazione, cosa che andrà ulteriormente a danneggiare le compagnie.Si attende ora la delibera del Parlamento. Al termine del dibattito, il provvedimento tornerà sul tavolo del Consiglio dei ministri, dove si deciderà in merito alla sua approvazione definitiva.
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