Pagamenti tra aziende, migliorano i tempi

Nonostante la media resti elevata, migliorano le tempistiche di pagamento

Pagamenti tra aziende, migliorano i tempi

Segnali positivi sul fronte dei tempi di pagamento tra aziende. Nonostante rimangano molto alti, le tempistiche migliorano. In base ai dati Cerved consultati dall’ANSA: il passo avanti riguarda tutte le aree italiane e, nei primi tre mesi dell’anno, i tempi di pagamento sono stati in media di 77,5 giorni, 3,7 giorni in meno rispetto allo stesso periodo 2013. Dai dati di Payline - il database della società di analisi dei rischi di credito che raccoglie le abitudini di pagamento di due milioni e mezzo di imprese - emerge inoltre come il valore dei mancati pagamenti sulle fatture in scadenza nel trimestre sia ai minimi dall’inizio del 2012. I dati infatti indicano che lo scaduto nei primi tre mesi dell’anno si attesta al 30,2%, in calo di circa 2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2013 (31,9%) e di ben 6 punti rispetto al 2012 (36,2%).

I segnali positivi sui tempi medi di liquidazione e sul numero delle imprese in grave ritardo coinvolgono tutti i macro settori dell’economia: l’edilizia, pur rimanendo il comparto che paga più lentamente, registra il miglioramento più accentuato (88,3 giorni, -11,1 rispetto ai 99,4 giorni del primo trimestre dell’anno precedente). Si riducono di due giorni i tempi di pagamento nella manifattura, che paga così in 80,3 giorni e di tre giorni nel terziario, che si attesta a 74,6 giorni. Anche dal punto di vista geografico i segnali positivi coinvolgono tutta la Penisola, con tempi medi di liquidazione delle fatture nel primo trimestre pari a 83,4 giorni nel Sud e nelle Isole (-5,6 giorni rispetto allo stesso periodo 2013), a 81 giorni nel Centro (-3,7 giorni), 77 nel Nord Ovest (-3,4 giorni) e 71,9 nel Nord Est (-2,9 giorni).

"Il fenomeno rientra nel processo di ristrutturazione dell’economia italiana - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved - che vede, da un lato, l’uscita dal mercato delle società più fragili e, dall’altro, il consolidamento delle condizioni finanziarie delle imprese che hanno resistito alla crisi".

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