Una sorta di moratoria che per tre mesi consentirà, ai contribuenti che non hanno rispettato il nuovo obbligo sui pagamenti cash previsti per la tracciabilità, di vedere accettati gli scontrini da transazioni in contanti ai fini delle detrazioni fiscali.
La manovra di bilancio 2020, difatti, prevede l'obbligo della tracciabilità dei pagamenti per vedere riconosciuti gli sconti fiscali all'atto della dichiarazione dei redditi che verrà fatta dai contribuenti nel 2021 per l'anno in corso. Difatti, con la dichiarazioni 730 e con quella dei Redditi sarà possibile una detrazioni al 19% delle spese sostenute, ad esempio, tra quelle sanitarie (presso liberi professionisti come dentisti, specialisti eccetera), asilo nido e palestre, ma solo nel caso in cui i pagamenti vengano fatti utilizzando forme la tracciabili dei flussi finanziari, come bancomat, carte di credito, carte prepagate, assegni, versamenti bancari o postali. Unica eccezione è quella delle spese per l’acquisto di medicinali, dispositivi medici e le prestazioni rese da strutture del o accreditate al Sistema Sanitario Nazionale.
Tale misura relativa alle detrazioni non è una novità, ma il passaggio dal contante all'obbligo dell'utilizzo dei pagamenti elettronici ai fini della tracciabilità sta creando qualche difficoltà, data la poco informazione a riguardo e in virtù del fatto che parte di queste spese riconoscibili ai fini delle detrazioni sono fatte da persone anziane o che non hanno necessariamente dimestichezze con questi strumenti di pagamento. Nelle ultime settimane, pertanto, dalle associazioni di categoria e da parte dei centri di assistenza fiscale sono arrivate al ministero dell'Economia e delle finanze numerose istanze di richiesta di rendere graduale il passaggio dal vecchio sistema delle detrazioni fiscali ai nuovi obblighi che escludono, de facto, i pagamenti cash tra quelli riconosciuti.
Il Mef sembra aver recepito tali richieste ma il condizionale è ancora d’obbligo.
Sulla possibilità che venga accettata e poi inserita nel decreto Milleproroghe la mini-proroga di 90 giorni, peserà in modo ineludibile il parere che dovrebbe arrivare da parte dei tecnici della Ragioneria generale dello Stato che, nella moratoria di 3 mesi, potrebbero intravedere una possibile perdita di gettito per l’erario indirizzandoli verso un giudizio negativo. L’obbligo dei pagamenti cash, difatti, dovrebbe garantire alle casse dello Stato un recupero di gettito di oltre 868 milioni di euro per l'anno prossimo e 496 milioni a partire dal 2022.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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