Anche se a causa del Covid la speranza di vita si è ridotta di tre mesi, non cambiano i requisiti di accesso per andare in pensione: anche nel 2023 i requisiti minimi per quella di vecchiaia saranno i 67 anni e per quella anticipata bisognerà avere 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Cosa ha detto l'Inps
La precisazione è stata fatta da una circolare Inps sulla base del decreto del ministero dell'Economia e di quello del Lavoro di ottobre. Sul decreto si riporta la speranza media di vita ridotta di 90 giorni a causa della pandemia da Covid-19. I requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia potranno cambiare a partire dal 1° gennaio 2025 e per quella anticipata dal 2027. "Fermo restando l'adeguamento alla speranza di vita già applicato dal 1° gennaio 2021 che non ha previsto alcun incremento a decorrere dal 1° gennaio 2023, in attuazione di quanto previsto dal decreto 27 ottobre 2021, i requisiti pensionistici non sono ulteriormente incrementati", si legge sulla circolare.
Le misure per i lavori gravosi
Per quanto riguarda quei lavoratori che abbiano svolto una o più attività considerate gravose, faticose o pesanti e in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 30 anni, la legge prevede che il requisito anagrafico per l'accesso alla pensione di vecchiaia rimane, anche per il biennio 2023/2024, fissato al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi. I lavorati che invece hanno il primo accredito contributivo che inizia il 1° gennaio 1996 (fanno parte, in pieno, del contributivo) e hanno un importo di pensione maturato inferiore a 1,5 volte il minimo ma con almeno cinque anni effettivi di contributi, il requisito per la pensione "si perfeziona, anche nel biennio 2023/2024, al raggiungimento dei 71 anni".
Cosa succede ai lavoratori precoci
Infine, per i lavoratori precoci con almeno un anno di contributi prima di aver compiuto 19 anni e che si trovano in una situazione di disagio (disoccupazione o una riduzione della capacità lavorativa), "il requisito contributivo per l'accesso alla pensione anticipata resta fermo a 41 anni fino alla fine del 2026" come precisato dall'Ansa. In pratica, così come vale anche per la pensione anticipata di chi va via dal mondo del lavoro con 42 anni e 10 mesi, il trattamento "decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti".
L'Inps ha tenuto a precisare che al momento non cambiano i requisiti per le pensioni del personale appartenente al comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco.
Per il biennio 2023/2024, i requisiti per la pensione anticipata richiedono 41 anni di contributi (a prescindere dall'età) o almeno 35 di contributi se si sono compiuti i 58 anni. Non cambia nulla neanche per i lavoratori dello sport e dello spettacolo: i ballerini continueranno ad andare in pensione a 47 anni, cantanti e orchestrali a 62 anni, attori e conduttori a 65.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.