Come si andrà in pensione da gennaio: che cosa accadrà

I sindacati chiedono al governo interventi specifici che riconoscano il lavoro di cura e delle donne, i lavori gravosi, aiutino i disoccupati con età avanzata e le categorie fragili

Come si andrà in pensione da gennaio: che cosa accadrà

La ripresa del dialogo con il governo per ciò che riguarda la riforma delle pensioni soddisfa i sindacati, i quali hanno come obiettivo primario quello di evitare lo scalone del primo gennaio 2022, oltre a trovare delle soluzioni congrue per superare Quota 100. “La disponibilità ad aprire un confronto espressa dal ministro del Welfare Andrea Orlando – dichiara il segretario confederale Uil, Domenico Proietti – è un fatto positivo. Abbiamo ripetutamente sollecitato l'apertura di un tavolo perché è indispensabile definire alcuni aspetti relativi a una questione particolarmente delicata che ha importanti risvolti sociali”. Al centro della discussione, per l’organizzazione sindacale, dovrà esserci il principio di "flessibilità ragionata" che consenta un accesso alla pensione a partire dai 62 anni.

“Il tutto – continua Proietti – in un contesto in cui venga finalmente attuata la separazione della previdenza dall'assistenza, che renderà evidente, anche in Europa, l'assoluta sostenibilità del nostro sistema previdenziale. Aspettiamo, dunque, la convocazione del ministro: noi siamo pronti per realizzare una riforma che dia risposte alle lavoratrici e ai lavoratori, alle giovani e ai giovani e al Paese intero”. In che consiste, comunque, la “flessibilità ragionata”? L’idea prevede l’accesso alla pensione dopo i 62 anni di età o con 41 anni di contributi, con interventi specifici che riconoscano il lavoro di cura e delle donne, i lavori gravosi, aiutino i disoccupati con età avanzata e le categorie fragili.

Se non ci saranno provvedimenti concreti si va incontro al rischio di uno scalone di cinque anni per chi ha i requisiti da quotista: dovrà attendere i 67 anni di età determinati dalla Fornero per lasciare il lavoro. All'interno dell'esecutivo è in corso una vera e propria battaglia. Da un lato c'è il ministro Orlando, che ha più volte ribadito la sua linea soft sul futuro previdenziale. Il ministro ha sottolineato che la riforma per una pensione anticipata non è in cima alle priorità dell'esecutivo. Il governo, secondo Orlando, deve concentrare i suoi sforzi per rilanciare l'occupazione e assistere con i ristori chi ha perso il lavoro. Dal lato opposto del fiume c'è Matteo Salvini che ha chiesto un intervento deciso per garantire l'uscita anticipata e ha anche ventilato l'ipotesi di una proroga di Quota 100 per tutto il 2022.

Ma il vero obiettivo del Carroccio è l'introduzione per le pensioni di Quota 41. Un nuovo sistema che garantirebbe l'uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi versati. L'unica certezza è che Quota 100 è ai titoli di coda.

Gli scenari per il futuro sono tanti: oltre alla Quota 41, ci sono la Quota 102, passando per la Quota 92. I sindacati puntano da tempo all'uscita flessibile dai 62 anni in avanti. Ma c'è anche chi chiede il pensionamento a 60 anni o con 40 anni di contributi.

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