Una buona notizia di certo non per tutti, ma che a diversi consentirà di vedere aumentata la propria pensione. Nel 2022 più di qualcuno potrà beneficiare di un assegno pensionistico più alto. A partire da gennaio scorso in molti hanno potuto godere di un aumento per effetto della rivalutazione automatica per l'adeguamento al nuovo tasso di inflazione. La perequazione per l'anno 2021 - ovvero la rivalutazione annuale degli importi per adeguarli al costo della vita - è pari a 1,7% a partire dall'1 gennaio 2022. In sostanza l'adeguamento avviene prendendo in considerazione gli incrementi dell'indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall'Istat.
Le rivalutazioni
Ovviamente la rivalutazione delle pensioni non sarà uguale per tutti i pensionati, ma l'importo varierà a seconda della fascia di appartenenza. Per le pensioni fino a qattro volte il trattamento minimo è previsto l'incremento pieno dell'1,7%; per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo ci sarà il 90% dell'1,7%; invece le pensioni oltre cinque volte il trattamento minimo otterranno un incremento del 75% dell'1,7%.
In applicazione delle vigenti norme per la perequazione automatica delle pensioni, il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti è fissato dall'1 gennaio 2022 e per l'intero anno a 523,83 euro. In relazione al trattamento in questione, l'Inps ricorda che i limiti di reddito mensili da considerare ai fini dell'accertamento del carico (non autosufficienza economica) e quindi del riconoscimento del diritto agli assegni familiari sono così fissati per tutto l'anno 2022: 737,73 euro per il coniuge, per un genitore, per ciascun figlio o equiparato; 1.291,02 euro per due genitori ed equiparati.
Nella circolare numero 9 del 20 gennaio 2022 dell'Inps si fa riferimento anche ai soggetti esclusi dalla normativa sull'assegno per il nucleo familiare, ovvero nei confronti di coltivatori diretti, coloni, mezzadri, piccoli coltivatori diretti e pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi. Viene precisato che per loro la cessazione del diritto alla corresponsione dei trattamenti di famiglia - per effetto delle vigenti disposizioni in materia di reddito familiare - "non comporta la cessazione di altri diritti e benefici dipendenti dalla vivenza a carico e/o ad essa connessi".
Si leggono pure gli importi delle prestazioni: 8,18 euro mensili spettanti ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri per i figli ed equiparati; 10,21 euro al mese spettanti ai
pensionati delle Gestioni speciali per i lavoratori autonomi e ai piccoli coltivatori diretti per il coniuge e i figli ed equiparati; 1,21 euro mensili spettanti ai piccoli coltivatori diretti per i genitori ed equiparati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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