Pichetto: "Atomo necessario. Anno molto duro per le bollette"

Il ministro: "Focus formazione perché l’Italia resti nel futuro"

Pichetto: "Atomo necessario. Anno molto duro per le bollette"
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In uno scenario sempre più complesso come quello che stiamo vivendo, l'energia diventa sempre più importante. È questo il cuore dell'intervista realizzata dal direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, al ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Che ha spiegato: «Dobbiamo avere un mix energetico se vogliamo che il nostro Paese resti nel futuro. Sul nucleare, però, l'Italia non ha ancora un quadro giuridico che preveda norme di controllo e di formazione: dobbiamo preparare tutti, anche il saldatore per il reattore, che deve avere una specializzazione. Far progredire le professionalità sarà fondamentale anche perché, dopo la Francia, siamo il Paese con i cervelli più importanti, che sono impegnati anche negli Stati Uniti».

L'obiezione che viene fatta più frequentemente, però, è che il nucleare costa troppo. «Ma non è proprio così - precisa il ministro - servirà qualche anno prima di dirlo davvero». Anche perché la prima goccia di energia, sottolinea Sallusti, arriverà tra un po'. «La tecnologia sta andando avanti in modo inimmaginabile - prosegue Pichetto Fratin - Quattro anni fa mi occupavo dei grandi progetti europei, come viceministro di Giancarlo Giorgetti, e vennero a parlarci dei treni ad idrogeno. Ci dissero che sarebbero arrivati nel 2026 ma sono arrivati due anni prima del previsto. Dobbiamo attrezzarci perché la ricchezza del futuro risiederà nella capacità di avere energia».

E questo soprattutto nei momenti di maggior crisi, come quelli che stiamo vivendo. Spiega il ministro: «Una parte dell'Europa è in difficoltà, ma noi non abbiamo un problema di quantità. Stiamo però pagando a prezzi internazionali, che sono legati ai flussi. Le tensioni alzano i prezzi».

L'obiettivo del governo non è solo il nucleare perché «nel piano nazionale gli viene dato solo un peso del 22%. Dobbiamo puntare sulle rinnovabili: eolico, fotovoltaico e idroelettrico. Non è quindi il nucleare che affossa quest'ultime perché dobbiamo avere un equilibrio». Equilibrio che spesso manca a Bruxelles, dove vengono prese decisioni ideologiche, come quella sull'auto elettrica: «Era un errore sin dall'origine», spiega Pichetto Fratin. «Se il problema erano le emissioni dei motori tradizionali dovevamo intervenire su quelli. Era una norma assurda e lo dimostra il fatto che non si sia andati avanti». Poi il dubbio: «Ci si chiede poi perché solo in Europa doveva avvenire questo cambiamento».

Ma questi sono i grandi progetti, fondamentali. C'è poi la quotidianità, come il prezzo delle bollette il cui costo non diminuirà: «Per il 2025 sarà molto dura - ammette amaramente il ministro - salvo che ci sia una diminuzione violenta del prezzo del gas. Tutto dipende dagli accadimenti geopolitici». Proprio ieri, infatti, l'Autorità per l'energia, l'Arera, ha certifica un aumento del 3% del prezzo del metano a febbraio rispetto a gennaio. Si tratta delle tariffe che saranno applicate ai clienti vulnerabili: anziani, redditi bassi e malati.

Infine, uno sguardo in prospettiva: «Essere ottimisti ci porta a lavorare per il futuro. Mi auguro che si arrivi alla pace in Ucraina e che il prezzo del gas si abbassi. Ottimismo vuol dire anche avere il nucleare di nuova generazione per coloro che verranno».

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